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Il ccordinamento nazionale Fiom di Finmeccanica giudica "molto positivamente" l'esito del referendum sull'ipotesi di accordo di secondo livello nel gruppo industriale. Le tute blu Cgil in una nota sottolineano l'alto grado di partecipazione (78%) e il consenso espresso dalle lavoratrici e dai lavoratori della Finmeccanica One Company all'accordo (77% di sì).
"Il coordinamento ritiene indispensabile - prosegue la nota - la convocazione al più presto dell'Osservatorio strategico come previsto dall'accordo, così come già richiesto da Fim, Fiom e Uilm. Il confronto dovrà chiarire gli obiettivi industriali e dettagliare maggiormente gli aspetti economici presentati nell'ultima relazione finanziaria annuale 2015, allegata al bilancio, dalla quale emergono alcune criticità".
Tra queste, la Fiom sottolinea "la forte dipendenza del gruppo dai livelli di spesa dei governi nazionali e delle istituzioni pubbliche; l'eccesso di concentrazione dell'azienda sugli aspetti di carattere finanziario e poco sugli aspetti industriali; l'alto livello di indebitamento del gruppo, pari a 3,3 miliardi di euro al 31 dicembre 2015.
"Un'azienda come Finmeccanica - scrive ancora la Fiom - esposta in un settore tecnologicamente avanzato dove tutti i maggiori competitor investono e sviluppano nuovi prodotti per crescere e acquisire nuovi mercati, deve avere una visione industriale di sviluppo e una dimensione internazionale adeguata. In questo momento invece appare evidente il ridimensionamento del perimetro industriale e occupazionale (7.224 dipendenti in meno e da 16 miliardi di fatturato nel 2013, a 12.995 miliardi del 2015)".
Il coordinamento Fiom valuta inoltre che "la riduzione delle forniture, delle attività in appalto e di molti contratti di somministrazione, più che rispondere all'efficienza e alla qualità delle attività sembra anch'essa seguire una logica finanziaria sulla riduzione dei costi e sulla generazione di cassa. Gli effetti sulle attività e sull'organizzazione del lavoro, oltre che sull'occupazione, sono li a dimostrarlo", sostiene il sindacato.
"Appare evidente - si legge ancora nel documento delle tute blu Cgil - la difficoltà della nuova Finmeccanica di smuoversi dal torpore generato dalla riorganizzazione. Alla nuova formazione organizzativa non è ancora corrisposta una nuova e più efficiente modalità di sviluppo dei processi produttivi. Dopo aver nominato le prime linee delle divisioni ad oggi mancano tutti i livelli successivi. Anche per questo le varie attività subiscono enormi rallentamenti con tutti gli effetti conseguenti; la riduzione degli investimenti in ricerca e sviluppo, in nuovi impianti e in nuovi prodotti è segno evidente del disimpegno del Governo in riferimento alla politica industriale e alla concentrazione delle risorse sui settori chiave per il Paese", conclude la Fiom.