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Alla Fincantieri di Marghera è da tempo in corso un conflitto tra lavoratori in produzione e lavoratori che, andati in pensione grazie alle tutele previste sull’amianto, l'azienda ha ripreso a vario titolo a lavorare nel cantiere. Per Fabrizio Potetti, coordinatore nazionale Fiom per Fincantieri, “non si riesce a capire perché l’azienda abbia voluto produrre questa situazione, evidentemente oggetto di una scarsa programmazione del futuro e di una sottovalutazione del problema che non poteva non portare ad un conflitto tra i lavoratori. Oggi convivono infatti nello stesso territorio lavoratori che non hanno potuto utilizzare quelle norme e che dovranno lavorare in cantiere ancora per tanti anni, altri che per gli ammortizzatori sociali utilizzati in azienda non potranno andarci, e una disoccupazione giovanile impressionante, tra le più alte in Europa”.
“Possibile che un’azienda che va bene – continua Potetti – non riesca a programmare questo aspetto, evitando di richiamare lavoratori che hanno usufruito di una norma a tutela della salute e investendo invece sui giovani disoccupati del territorio, formandoli in azienda per le importanti sfide del futuro che dovrà affrontare? Se quelle professionalità sono necessarie si sarebbero dovute trasferire ad altri lavoratori nei giusti tempi e se adesso sono nuovamente al lavoro per necessità dell’azienda, che si assumano giovani da affiancare per trasferirgli queste competenze.”
“Fincantieri ha la possibilità di risolvere positivamente il conflitto in corso, evitando di dover ricorrere ad assunzioni di lavoratori pensionati e assumendo quel ruolo vero di azienda pubblica, in grado anche di adottare quelle politiche industriali necessarie al paese per superare la crisi e la disoccupazione, che anche oggi i dati dell'Istat danno in aumento”.
“Ci aspettiamo per questo – conclude Potetti – una decisa inversione di rotta che metta al centro, insieme alle ragioni industriali, una politica industriale sensibile ai problemi del paese.”