"Anche nei momenti di dissenso forte, non mi sono mai imbattuto in un gruppo dirigente come quello di Fincantieri, che invece di ricercare soluzioni, chiude tutte le porte e sceglie con chi deve parlare, riproponendo la solita litanìa che per salvare l'immagine diffusa di un gruppo dirigente non proprio trasparente, ha bisogno di portare a casa princìpi". Così Bruno Papignani, coordinatore nazionale Fiom Cgil per Fincantieri.

"Per quanto ci riguarda, vogliamo un accordo che sia utile a tutto il gruppo e ai lavoratori. Su queste basi, ribadiamo la nostra più ampia disponibilità a negoziare le nostre richieste. Anche le azioni di lotta di oggi, che hanno coinvolto i cantieri della Liguria, di Castellammare di Stabia e Marghera, vanno nella direzione di tentare di sbloccare un negoziato impostato in modo sbagliato da Fincantieri", aggiunge il dirigente sindacale. 

"Purtroppo, l'atteggiamento di questi giorni e di queste ultime ore di Fincantieri è, invece, orientato a destabilizzare la situazione: da una parte, creando paura fra i lavoratori, utilizzando trasferte e trasferimenti come olio di ricino, dall'altra, assumendo la filosofia assunta anche dal nostro governo, azionista di maggioranza, di dividere per imperare, proponendo accordi per singole realtà. La riuscita degli scioperi di oggi e quelli dei giorni scorsi non lasceranno spazio a questo modo pasticciato e sotterraneo di agire, anche se è la prassi utilizzata da Fincantieri", conclude l'esponente della Fiom.