“La decisione comunicata ieri dal presidente del consiglio di avviare una fase di privatizzazioni di varie aziende, compresa la cessione del 40% delle quote del Gruppo Fincantieri, conferma la preoccupazione già espressa dalla Fiom nelle scorse settimane: si sta per realizzare l’ennesima svendita di pezzi tra i più importanti del patrimonio industriale del paese, finalizzata solo a fare cassa e destinata ad allungare la lista delle disastrose privatizzazioni realizzate in Italia in passato”. Così, oggi, Alessandro Pagano, coordinatore nazionale Fiom Cgil della cantieristica navale, a proposito del coinvolgimento di Fincantieri nel piano di privatizzazioni del governo.

“La situazione economica, insieme alla necessità e all'urgenza di affrontare concretamente e arrestare l'emorragia di posti di lavoro, dovrebbero, al contrario, spingere l’esecutivo a promuovere scelte di politica industriale utili a generare e orientare gli investimenti pubblici e privati verso i settori strategici per l'economia stessa”.

“In questo specifico caso, il governo, invece di svendere, danneggiandola, la principale azienda del settore navalmeccanico, dovrebbe avviare un vero confronto con tutte le organizzazioni sindacali al fine di definire una politica generale della mobilità delle persone e delle cose, in grado di coinvolgere in un vero e proprio polo industriale tutte le aziende produttrici di mezzi e sistemi di trasporto, che valorizzi e renda utile al paese il patrimonio produttivo e di professionalità presenti in tali aziende, al fine di salvaguardare l'occupazione presente e crearne nuova, buona e stabile”.

“La Fiom – ha concluso Pagano – non condivide una pura logica di privatizzazioni per fare cassa, così come indicata dal governo, e attiverà immediatamente una campagna di assemblee per discutere della questione e decidere con le lavoratrici e i lavoratori le opportune azioni per contrastare tali decisioni, a partire da una significativa e visibile partecipazione alle iniziative decise dal Comitato centrale Fiom per la difesa del lavoro, per una nuova politica industriale, contro le privatizzazioni e i piani di cessione, per i contratti di solidarietà e contro i licenziamenti, che si svolgeranno sui territori e che confluiranno, nelle giornate dell’11 e 12 dicembre, nelle manifestazioni organizzate a Roma, fino ad arrivare a Palazzo Chigi”.