“Lo sciopero è stato indetto per la mancata convocazione da parte dell'azienda per l'apertura del dialogo sul rinnovo del contratto di lavoro”. A dirlo è Sergio Prontu, segretario della Filt Cgil di Olbia, in un’intervista rilasciata alla trasmissione “TuttoLavoro” di RadioArticolo1: “Air Italy applica un contratto aziendale, frutto degli accordi del 2016, che ora deve essere superato con l'applicazione del ccnl del trasporto aereo. Ma la società continua a sottrarsi al confronto con le organizzazioni sindacali”.
Altro tema di dissidio con la proprietà qatariota della compagnia sono i trasferimenti imposti al personale di Olbia, con il caso particolare di tre donne (tutte e tre madri) che la società sembra non riuscire a ricollocare, e che ora rischiano il licenziamento. “Noi continuiamo a pensare che l'attività potesse rimanere ad Olbia, sede naturale dell'azienda, potendosi le funzioni svolgere da remoto”, riprende Prontu, sottolineando che, nonostante i trasferimenti preventivati “siano stati notevolmente ridotti, rimane aperto il delicato capitolo del trasferimento delle tre mamme”. La Filt di Olbia ha rivolto ai vertici aziendali “un accorato appello” affinché si trovi una soluzione: “Sono trasferimenti socialmente e umanamente insostenibili, si deve permettere alle tre donne di rimanere accanto alle proprie famiglie. Se fossero costrette a rinunciare al lavoro, si determinerebbe una grave discriminazione di genere”.
A preoccupare i sindacati, infine, sono anche i conti della società, tutt'altro che positivi. “Air Italy – spiega il segretario Filt di Olbia – ha rivoluzionato in queste ultime settimane i vertici aziendali. Non possiamo escludere che tempi e modi di questo ricambio siano riferibili agli esiti non lusinghieri dei primi mesi della start-up sulle reti internazionali: si parla all'incirca di una perdita di 140 milioni di euro, in confronto ai 40 preventivati dal piano”. Queste perdite sono state contenute dall'importante fatturato realizzato sui collegamenti da e per la Sardegna, per questo appare paradossale che la rotta sarda, la più proficua per la compagnia aerea, sia anche la più sacrificata dalle scelte aziendali. “Ci risulta infatti incomprensibile l'atteggiamento disinteressato della società a partecipare ai futuri bandi sulla continuità territoriale e sui tre aeroporti della Sardegna (Olbia, Cagliari e Alghero)”, conclude Prontu: “Parimenti non è condivisibile lo spazio che Air Italy lascia sui collegamenti tra la Sardegna e l'Europa. In questo senso, ci attendiamo in merito un deciso ripensamento da parte dell'azienda”.