Dopo l’avvicendamento alla guida del sindacato dei trasporti della Cgil di Bergamo il 1° dicembre scorso, con Marco Sala diventato nuovo segretario generale provinciale, oggi è stata eletta la segreteria che lo affiancherà nella gestione della Filt Cgil.

Con 47 voti favorevoli e un solo contrario (48 presenti sui 57 componenti dell’organismo elettivo) l’assemblea generale di categoria, questa mattina, ha approvato la proposta con la lista di nomi: Tobia Perini, 33 anni di Bergamo, funzionario dal 2011 e ora segretario organizzativo (già in precedenza aveva la  delega all’organizzazione), Mirella Casati, 54 anni di Milano, proveniente dalla FILT-CGIL del capoluogo lombardo e ancora prima dagli appalti ferroviari, da 10 anni nel settore delle cooperative di facchinaggio e in quello di merci e logistica, Ivan Moioli, 55 anni di Ardesio, già presente nella precedente segreteria e dipende della Sab, Williams Sonzogni, 40 anni, di San Giovanni Bianco, dipendente di Sacbo in aeroporto.

“Per la nostra categoria la lista delle priorità dei prossimi mesi si apre con tutta l’attenzione rivolta alla delicata fase di cambiamento del trasporto pubblico, a partire da quello locale” aveva detto Sala davanti ai componenti dell’Assemblea Generale il giorno della sua elezione. “Penso innanzitutto al gruppo Arriva e alle normative che trasformeranno il sistema, portando a un unico appalto per l’assegnazione di tutto il servizio di trasporto a livello provinciale. Cambia la governance delle imprese: a seguito di operazioni di ristrutturazione le aziende sono sempre più grandi e spesso hanno sedi decisionali altrove, ecco perché per noi è sempre più importante rafforzare i legami che ci sono all’interno delle singole aziende.

Parlando di aeroporto, poi, occorrerà affrontare la questione delicata del comparto merci nello scalo orobico, nella consapevolezza della complessa convivenza tra aerostazione e popolazione (che vive disagi oltre che benefici). Infine, stiamo cercando di tenere il settore delle cooperative di facchinaggio, parte debole della filiera, all’interno del quadro di un contratto nazionale. Difficili sono i rapporti con le committenze in un comparto dove lo sfruttamento è all’ordine del giorno e dove spesso agiscono sindacati autonomi a funzionali più alle imprese che ai lavoratori”.