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“Credo fermamente che attenendosi con rigore alle disposizioni di sicurezza, quasi tutte queste tragedie potrebbero essere scongiurate”. Leonardo Quadrelli, segretario generale della Fillea Cgil di Lucca, esprime tutta la preoccupazione del sindacato per i troppi infortuni gravi e mortali. “Troppo spesso, nel nome della produttività e con la scusa del ‘si è sempre fatto così’, vengono a instaurarsi prassi e consuetudini pericolose e contrarie alla legge, esponendo i lavoratori a rischi mortali nello svolgimento delle proprie mansioni, con grave colpa di capi cantieri e sorveglianti di cava con la complicità dei datori di lavoro”. In particolare, spiega il segretario, le operazioni “di cava, come l’abbattimento delle bancate di blocchi, vengono purtroppo effettuate senza dotarsi delle imbracature di protezione obbligatorie”.
Per Quadrelli la sicurezza “non è solo di tipo strumentale od operativa, ma concorrono altri fattori nel creare un ambiente di lavoro sicuro. Per questo situazioni non troppo isolate, come il mancato rispetto degli orari di lavoro previsti dalla legge e dai contratti di lavoro, sono preoccupanti. Troppo spesso le 250 ore massime di straordinario annuali vengono superate e mascherate in busta paga con voci come premio operosità o premio”.
I settori del marmo e dell’edilizia “sono molto faticosi, soprattutto in un clima torrido come quello di quest’estate, e il rispetto normale del monte ore contribuirebbe sicuramente a limitare gli infortuni e libererebbe al contempo posti di lavoro”. In più, prosegue Quadrelli, quando “nel diritto del lavoro, come nel Jobs Act, si pongono come argomenti chiave e obiettivi da raggiungere personalizzazione e deregolamentazione dei contratti di lavoro, controlli a distanza, demansionamenti e licenziamenti facili, è logico che sarà sempre più difficile che un lavoratore si esponga nel denunciare situazioni irregolari alle Asl o ai sindacati”.
Ma la norma è nulla senza il controllo, ma anche su questo fronte i tasti sono dolenti. “I controlli degli organi ispettivi proposti sono quasi del tutto assenti” continua il segretario, che punta il dito verso il governo centrale “che dovrebbe incrementare la prevenzione favorendo i comportamenti virtuosi e punendo quelli irregolari”. Ma così non è. Secondo un’indagine di un quotidiano locale, conclude Quadrelli, “il servizio di prevenzione della Asl 12 avrebbe ridotto sensibilmente le ispezioni”, e questo dipende “dal taglio del 50 per cento di tutto il personale, passato in questi cinque anni da 20 a 10 unità”.