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“Il primo passo per eliminare la diffusione del lavoro infantile è ammetterne l'esistenza nella comunità”. Sono le parole del ministro del Lavoro filippino Rosalinda Dimapilis Baldoz. Avere dati e informazioni sul fenomeno è un punto di partenza per arrivare a questa consapevolezza. Con questo scopo è stato pensato il Child Labor Knowledge Sharing System (clkss.org.ph), una piattaforma online che raccoglie notizie, banche dati, casi di studio, e mette in comunicazione il governo con gruppi, organizzazioni e associazioni.
La stessa Baldoz l'aveva spiegato: “Il problema del lavoro infantile non può essere risolto da un solo settore. Per avere successo occorre costruire un ampia coalizione che coinvolga i principali attori all'interno delle comunità”. Nel giugno 2012 il governo di Manila ha lanciato una campagna per eliminare le forme peggiori di lavoro infantile entro i prossimi quattro anni. L'obiettivo è parte dei 22 punti del piano sul lavoro e l'occupazione stilato dal presidente Benigno Aquino, che ha fatto della battaglia per il rispetto dei diritti umani e della lotta contro l'impunità i capisaldi del proprio mandato.
Secondo una ricerca dell'ufficio nazionale di statistica, condotta in collaborazione con l'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) su 29 milioni di ragazzi e ragazze tra i 5 e i 17 anni, sono 5,5 milioni quelli che lavorano, di cui almeno 3 milioni costretti in impieghi pericolosi. I dati si riferiscono al 2011, ma dieci anni prima i ragazzi e le ragazze che lavoravano erano 4 milioni, secondo una rilevazione ancora dell'Ilo e del Dipartimento per il lavoro statunitense, e di questi almeno 2,4 milioni impiegati in lavori a rischio.
Il confronto con il passato, hanno sottolineato gli estensori del rapporto più recente, non è tuttavia completamente corretto. L'ultimo in ordine di tempo segue infatti criteri stabiliti dalla legge filippina del 2003 e gli standard internazionali adottati dal 2008.
L'apporto dei nuovi media nella campagna ha un ruolo notevole. Uno degli ultimi articoli pubblicati sulla piattaforma racconta di un workshop per apprendere tecniche e metodi per creare contenuti video, infografiche per mettere in condizione blogger e utenti di raccontare e portare avanti la campagna contro il lavoro infantile. Clkss è anche una banca dati di casi studio di success, o di monitoraggio sia di incidenti che coinvolgono i bambini sia delle società e aziende accusate di sfruttare il lavoro infantile.