“ L'Italia continua ad essere un Paese che marcia a due velocità, anzi, la distanza tra il Nord industrializzato e il Sud è in aumento. Il riequilibrio economico e occupazionale è la via maestra per traghettare l'intera penisola uori dalle secche, consapevoli che nel Mezzogiorno insistono i più ampi margini di crescita”; a dirlo, è Gabriele Mazzariello, segretario nazionale della Filctem, nella sua relazione di presentazione dell'iniziativa “Cantiere Mezzogiorno: le proposte della Filctem per tornare a crescere”, in corso stamattina a Bari, presso la Fiera del Levante.
La Filctem, la federazione di categoria della Cgil che unisce i lavoratori dei settori chimico-farmaceutico, tessile, dell'energia e delle manifatture, ha le carte in regola e numeri di tutto rispetto per rilanciare attenzione e iniziativa: oltre 200.000 addetti in 26.000 imprese, per un fatturato aggregato di quasi 57 miliardi di l'anno.
In particolare, sono tre le proposte che Mazzariello ha avanzato per un confronto serrato con istituzioni e imprese: un hub energetico sempre meno 'di transito', ma un luogo dove si concentrino gli investimenti promessi da aziende del calibro di Eni, Enel, Snam, Terna, nelle reti elettriche e del gas, nella bioraffinazione, per fare del Sud il cuore energetico del paese e il principale protagonista del rapido superamento della fase di transizione, tra vecchie e nuove fonti di produzione.
"Assieme a ciò – ha sottolineato il dirigente sindacale –, la Filctem punta il dito soprattutto sulle infrastrutture e sulle reti: occorrono massicci investimenti per far crescere un nuovo modello di distribuzione dell'energia (le cosiddette reti interattive), proprio per garantire la necessaria continuità di erogazione a basso costo dell'energia prodotta nei territori del Mezzogiorno, “decisamente utile ad affermare una politica industriale che vuole accelerare lo sviluppo dell'intero paese”.
"Sul manifatturiero in particolare – ha continuato il sindacalista –, va ripresa la programmazione negoziata, attraverso misure di sostegno all'innovazione di processo e di prodotto, con strumenti quali i distretti industriali e le reti d'impresa, capaci di sollecitare un protagonismo dei territori, che oggi la politica sembra voler unicamente avocare a sè”.
"Intendiamoci, troviamo condivisibili – ha proseguito l'esponente Filctem – alcuni dei contenuti del cosiddetto masterplan per il Mezzogiorno, elaborato dal Governo, e i patti sottoscritti tra la Presidenza del Consiglio e i presidenti di Regione. Ma non vorremmo, come già successo, che fosse troppo calato dall'alto e che - una volta elaborate linee di indirizzo e progetti, magari poi lasciati sulla carta – non vi fosse la convinta partecipazione, la spinta dal basso dei soggetti direttamente interessati alla loro realizzazione, e cioè il mondo del lavoro in tutte le sue componenti”.
Infine, sulle public utilities (acqua, rifiuti, ecc.) che insistono nel perimetro Filctem, "possono avere un ruolo importante a condizione – ha concluso Mazzariello – che riescano a superare la frammentazione, suggerita da un campanilismo politico, che produce solo perdite e inefficienze. Ecco, l'Acquedotto pugliese è, a nostro parere, un esempio di come la realizzazione integrata di un servizio essenziale, la sua gestione con modalità industriali, possono produrre risultati di tutto rispetto”.