"La morte del giovane Giacomo Campo, lavoratore precario, ci lascia sgomenti e pieni di rabbia, perché da tempo denunciamo le condizioni in cui versano i lavoratori dell’acciaieria, in particolare nell’appalto", così in una nota di Giovanni D'Arcangelo, segretario generale Filcams di Taranto. Che prosegue: "Le motivazioni dell’incidente, al di là di quello che accerterà la magistratura, vanno ricercate nel precariato, prima di tutto. Chi non conosce il proprio futuro lavorativo, chi spera in un rinnovo di contratto, chi vede il proprio tempo scadere, è sempre più disponibile ad accettare rischi alti, mettendo a repentaglio la propria vita, in una situazione il cui rischio è moltiplicato da una situazione di incertezza generale, che troppo spesso legittima mancanza di cura nei controlli e nelle procedure".
"Nell’attesa, inoltre, che si compia il destino della fabbrica, quale che esso sia, si allenta l’attenzione verso le procedure di sicurezza, verso i regolamenti, come se le condizioni in cui versa lo stabilimento legittimassero leggerezze e disattenzione. Procedure e regolamenti che, sappiamo bene, salvano la vita. Come organizzazioni sindacali ribadiamo che non esiste giustificazione alcuna per non rispettare le procedure, non rispettare i regolamenti, non rispettare la vita e la dignità dei lavoratori. Giacomo Campo era un operaio, precario, la sua morte sia da monito per chiunque provi a semplificare i problemi dell’industria tarantina. Il lavoro non può essere vittima di nessun compromesso", conclude il comunicato.