In questi anni, la Fiera di Genova ha subìto una profonda ristrutturazione, pagata a caro prezzo dalle lavoratrici e dai lavoratori del settore, senza una progettualità per un rilancio concreto della fiera. A seguito dell’assemblea dei lavoratori, avvenuta il 30 ottobre, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno deciso d'indire un presidio di protesta, in occasione dell’inaugurazione e dell’apertura del salone italiano dell’educazione Fiera Abcd 2015. Nell'incontro del 25 ottobre, avvenuto presso la Confindustria di Genova, è stato comunicato ai sindacati che per sopravvivere Fiera potrà forse tenere in carico 15 lavoratori al massimo, su 42: per tutti gli altri si profila il licenziamento.
"Questa operazione di dimagrimento potrebbe passare attraverso l'assorbimento di Fiera Genova in Porto Antico, società che attualmente non appare in ottima salute. Viste la mancata ricapitalizzazione e la negazione di un prestito da parte di Bnl, Fiera vive un momento di crisi di liquidità con la preoccupante eventualità che, a breve, non riesca a pagare gli stipendi. La perdita di Fiera è pari a 2.000.000 annui; di fatto, non vi è alcun piano industriale e le soluzioni pensate si sono rivelate del tutto inefficaci. Per tali ragioni, le rappresentanze dei lavoratori di Fiera di Genova esprimono forte preoccupazione per l’incertezza in cui sono costretti ad operare. Ad accrescere l'inquietudine è il complesso rapporto con Ucina, Confindustria della nautica che rivendica l’assoluto potere decisionale sul Salone Nautico, di proprietà della Fiera, che mette a forte rischio la manifestazione sul territorio genovese", affermano i sindacati.
I confederali richiamano i soci (Comune di Genova, Regione Liguria - Filse, Città metropolitana, Camera di commercio, Autorità portuale) a un’assunzione di responsabilità e quindi ad individuare il futuro del polo fieristico per il mantenimento dei livelli occupazionali.