"La decisione dei vertici Fiat di non eseguire il reintegro dei tre operai dello stabilimento di Melfi, così come disposto dal giudice del Lavoro, rappresenta l'ennesima inaccettabile prevaricazione". E' quanto si legge in una nota, diffusa oggi (24 agosto) dalla Fp Cgil.

"Questo atto intimidatorio - spiega il sindacato di categoria - si aggiunge alla costante messa in discussione delle regole nelle relazioni sindacali, e attraverso questo dei diritti dei lavoratori, primi tra tutti il diritto al contratto collettivo nazionale di lavoro e al rispetto dello Statuto dei Lavoratori. È ormai chiaro che il disegno complessivo dei vertici del Lingotto è quello di operare attraverso costanti forzature e atti di negazione dei diritti una mutazione nel sistema delle relazioni sindacali e delle tutele del lavoro".

"Queste scelte vengono fatte sulla pelle dei lavoratori e con il preciso intento di intimidire e delegittimare la Fiom, che si sta opponendo a questa deriva con tutte le proprie forze". La funzione pubblica dunque "sostiene la battaglia della Fiom in difesa della legalità e dei diritti degli operai metalmeccanici, che oggi qualcuno vuole far apparire come una battaglia di trincea, ma che parla a tutto il mondo del lavoro pubblico e privato. Una battaglia di civiltà e di democrazia".