La ministra Gelmini non perde occasione per confermare la sua cultura autoritaria". Lo afferma in una nota il segretario generale della Flc Cgil, Domenico Pantaleo. "Non solo - spiega - non compie una seria autocritica sulle politiche di vera e propria demolizione della scuola pubblica, sul licenziamento di migliaia di precari, sul non rispetto della Costituzione che garantisce a tutti il diritto di apprendimento, ma adesso si schiera con Marchionne nel negare il rispetto della sentenza dei giudici di reintegro dei lavoratori della Sata di Melfi ingiustamente licenziati. Si diletta perfino a confutare la sentenza sposando in pieno la teoria di Marchionne, sconfessata dal Giudice, sul fatto che i lavoratori avrebbero bloccato i macchinari e fermato la produzione".
"Evidentemente la Gelmini pensa di essere in uno Stato dove si possono non rispettare le regole e i diritti. Esattamente ciò che avviene in tutti i comparti della conoscenza e che contrasteremo con tante iniziative di mobilitazione previste dai primi giorni di settembre".
Il sindacato della conoscenza dunque "sostiene le ragioni dei lavoratori Fiat per il rispetto della propria dignità e dei propri diritti e sarà a fianco della Fiom nella lotta contro la schiavizzazione del lavoro e contro la cancellazione del contratto di lavoro. Capisco che la ministra Gelmini ha la nostalgia per il passato, quando venivano negati diritti fondamentali e non esisteva la scuola di massa, ma sappia che non consentiremo di tornare a quei tempi".
"Voglio ribadire alla ministra - continua Pantaleo - che la Flc Cgil difenderà la scuola e l'università pubblica, l'autonomia degli enti di ricerca pubblica, le persone che compiono il proprio dovere, i precari e le conquiste contrattuali. Siamo interessati a discutere di valorizzazione professionale ma come si concilia quel giusto obiettivo con il blocco dei contratti e l'assenza di risorse? Come si concilia la valorizzazione professionale e una manovra finanziaria giocata tutta contro il lavoro pubblico?".
"Se Gelmini pensa di cancellare gli scatti di d'anzianità - inoltre -, utilizzando quei soldi per la meritocrazia, i cui parametri li decide lei, non siamo d'accordo perché significherebbe tagliare gli stipendi a tutti per dare a pochi. È curioso che mentre si discute di come garantire gli scatti, tagliati dalla manovra finanziaria, già si pensa di cancellarli alla fine del triennio. La storiella dei sindacati moderati e radicali - conclude il segretario - non ha alcun senso perché la vera differenza è tra autonomia e subalternità".
Fiat Melfi: Flc, Gelmini si conferma autoritaria
Piena solidarietà ai lavoratori licenziati
25 agosto 2010 • 00:00