“I lavoratori della Ferriera di Servola di Trieste hanno ampiamente partecipato al voto sull'accordo sindacale del gruppo Arvedi del 23 dicembre 2019, che prevede la chiusura dell'area a caldo dello stabilimento. Su 513 aventi diritto al voto, 277 dipendenti hanno deciso per il sì e 192 per il no. Per la Fiom, come sempre, l'espressione del voto dei lavoratori è vincolante dei propri comportamenti, senza prescindere dalla responsabilità di dare continuità di rappresentanza alle ragioni di quel 40% di lavoratori della Ferriera. Quei lavoratori, che hanno ritenuto di dover condividere con noi una battaglia in difesa delle prospettive industriali e occupazionali del sito triestino". È quanto dichiara in una nota Gianni Venturi, segretario nazionale Fiom Cgil e responsabile siderurgia.
"Il larghissimo consenso alla domanda di garanzie e certezze occupazionali deve trovare una risposta attraverso la convocazione, da parte del ministro dello Sviluppo economico, di un tavolo con tutte le parti sociali e istituzionali per la definizione dell'accordo di programma. Accordo che deve contenere le necessarie garanzie di continuità occupazionale, dei diritti nel rapporto di lavoro e di tutela del salario: condizioni che, come riconosciuto anche da Fim, Uilm, Failms e Usb, non sono garantite dall'accordo sindacale stesso. Quindi, ci aspettiamo che le istituzioni, il gruppo Arvedi, ed eventuali altri soggetti pubblici e privati interessati alla possibile ricollocazione dei lavoratori della Ferriera di Servola siano messi nelle condizioni di tradurre intenti e disponibilità dichiarate in impegni vincolanti ed esigibili”, conclude il dirigente sindacale.