“Quando nel mondo il disordine aumenta, è facile perdersi. Ma noi non possiamo permettercelo, perché ci sono milioni di persone che si affidano a noi. La Cgil è un antidoto alla disperazione che si è diffusa nel Paese. Perdersi, infatti, è un destino e un rischio che abbiamo saputo fin qui evitare, grazie a un gruppo dirigente che ha combattuto senza tregua per difendere i diritti, arginare una crisi economica devastante e trovare una strada per andare avanti”. Lo ha detto Cristian Ferrari, segretario generale della Cgil Veneto, durante il suo intervento sul palco del XVIII Congresso nazionale del sindacato in corso a Bari.

“Il percorso che ci ha portato fin qui – ha continuato – ci ha visto coinvolgere centinaia di migliaia di persone, ed è un patrimonio che non va perso. Per questo dobbiamo uscire da questo congresso con un segretario in cui si riconosca tutta l’organizzazione, con pienezza di mandato, per dare risposte a oltre 5 milioni di iscritti”.

Per Ferrari, questo percorso diventa ancora più importante perché “abbiamo a che fare con un governo che non investe, che indebolisce l’occupazione, che taglia il welfare e rischia di peggiorare la piaga delle morti sul lavoro”. Il tutto, in un contesto in cui aumenta ancora la forbice tra nord e sud, in cui spirano venti di autosufficienza, che sono “un’aberrazione politica, economica e culturale”.

“In questa battaglia - ha continuato Ferrari - il tempismo è decisivo, e la manifestazione del 9 febbraio sarà solo un primissimo passo di un cammino che non sarà breve. I lavoratori ci metteranno infatti molto a comprendere il disastro che sta facendo questo governo. Perché è un disastro che in realtà si è iniziato a costruire molto tempo fa”. La Cgil avrà bisogno di “capacità di ascolto e pazienza, tenacia e perseveranza con le persone che rappresenta”.

Non possiamo compromettere il nostro patrimonio sociale - ha poi concluso -, è il bene più prezioso che abbiamo. La Cgil in questi anni ha saputo stare in questo contesto, ed è in questa temperie che si inserisce il documento unitario presentato in questo congresso. Ora si tratta di esercitare la nostra indipendenza, alimentando la connessione sentimentale col nostro popolo. Non esiste quindi alternativa ad eleggere un segretario di tutta la Cgil. Se useremo le ultime ore che abbiamo a disposizione per intrecciare una tela unitaria, potremo riprendere più forti il nostro cammino”.