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Allora coniugare investimenti in innovazione e sviluppo con la difesa e anche la crescita dell'occupazione è possibile: così sembrerebbe a guardare quello che accade alla Faurecia di Terni, azienda metalmeccanica parte di un gruppo multinazionale che produce impianti di scrico per il settore automotive. Martedì 16 gennaio si sono concluse le assemblee in fabbrica e i lavoratori dell'azienda ternana hanno sostanzialmente condiviso i contenuti dell’ipotesi di accordo sottoscritta dai sindacati con l'azienda.
"Un accordo - spiegano in una nota Fim, Fiom e Uilm di Terni - che prevede prima di tutto un ricambio generazionale del personale con esodi incentivati e l'immediato inserimento nel ciclo produttivo di nuovi lavoratori, che andranno ad incrementare la forza lavoro (non somministrati), a fronte del piano industriale di sviluppo già attuativo che l’azienda sta portando avanti". Secondo i sindacati è inoltre positivo il fatto che "parte dei contratti attualmente a tempo determinato saranno trasformati in tempi indeterminati, a testimonianza della concreta volontà di perseguire il piano stesso, che non è solo annunciato, ma vuole essere un impegno concreto".
"Come organizzazioni sindacali - scrivono ancora le tre sigle dei metalmeccanici - crediamo che l’insieme di queste operazioni, che vedranno uno sviluppo positivo con conseguente incremento occupazionale, siano l’esempio di come investimenti, progetti e innovazione non sempre portino necessariamente a razionalizzazioni, ma possano al contrario essere l’opportunità per crescere e creare nuovo lavoro".