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Il “tavolo della logistica” va avanti. Firmato finalmente sabato 2 dicembre il rinnovo del contratto nazionale (valido per i 700 mila lavoratori del settore, compreso l’autotrasporto e le spedizioni), scaduto da ben 23 mesi, tornano a riunirsi governo, sindacati e parti datoriali per affrontare i numerosi problemi di un comparto divenuto sempre più strategico per l’economia del Paese. L’appuntamento è per oggi (martedì 5 dicembre) a Roma, alle ore 15 presso la sede del ministero dello Sviluppo economico (in via Molise 3); per la Cgil partecipa il segretario confederale Vincenzo Colla.
Il “tavolo” è iniziato il 19 ottobre scorso, concentrandosi subito sui temi delle esternalizzazioni, degli appalti e degli affidamenti. Nell’ultimo incontro del 29 novembre Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno presentato al ministero “un pacchetto di proposte utili a interrompere i meccanismi distorti perpetrati nel settore attraverso la pratica degli appalti, ormai completamente fuori il controllo degli stessi committenti”. Proposte orientate a bloccare la proliferazione “di soggetti che, contando anche su una normativa poco stringente, si stanno insinuando” nel settore, attraverso la “costituzione di società a basso rischio di capitale (spesso in forma di cooperative, al fine di poter sfruttare la facoltà di poter comprimere i trattamenti economici e i diritti dei soci lavoratori) e presentando offerte basate su una forte contrazione del costo del lavoro”.
Obiettivo dei sindacati è “giungere a un protocollo di linee guida condivise sul modello organizzativo del settore”, da realizzarsi assieme alle parti datoriali e ai ministeri dello Sviluppo economico, dell'Interno, del Lavoro e dei Trasporti. Il comparto, scrivono Filt, Fit e Uiltrasporti, deve essere “tutelato dalle infiltrazioni, continuamente monitorato e supportato, anche con forti impegni sul versante della legalità e dell’affermazione delle regole, dei contratti e dei diritti dei lavoratori”, e in esso deve trovare “piena applicazione la legge 199/2016 sul caporalato”. Serve dunque un forte “impegno istituzionale: solo così questo settore strategico per il Paese potrà essere un reale volano per lo sviluppo economico e per la buona occupazione”.
“Il confronto sulla logistica deve portare a sancire un patto tra tutte le parti sul modello organizzativo del settore”. Così il segretario confederale della Cgil Vincenzo Colla e la segretaria nazionale della Filt Cgil Giulia Guida: “Quello della logistica è un settore strategico per l'economia, dove sono in atto le grandi trasformazioni del mercato e sono in corso investimenti in innovazione, ma che contiene tutte le fragilità del sistema”. Per governare questo settore occorrono “scelte importanti da parte della committenza, in merito a terziarizzazioni, appalti e subappalti al massimo ribasso, dove i lavoratori rischiano di essere vittime di forme di capolarato, puntando invece su affidamenti diretti solo a soggetti seri che riconoscano il lavoro dipendente e applichino condizioni dignitose nello svolgimento delle mansioni richieste”. Per i due dirigenti Cgil e Filt, infine, serve intervenire “anche sulla rappresentanza, che è andata fuori controllo, e nei confronti di chi blocca in modo selvaggio l'attività con una palese distorsione del diritto di sciopero per scopi strumentali”.
E veniamo alla bozza di protocollo consegnata da Filt, Fit e Uiltrasporti a imprese e governo. I sindacati chiedono anzitutto la realizzazione “di controlli e verifiche da parte degli organi ispettivi, mirati e a tappeto, a partire dalle grandi infrastrutture della logistica (porti, interporti, aree di smistamento delle merci), creando le sinergie necessarie coi soggetti pubblici che hanno competenze in tali siti”. E auspicano la definizione di “un patto di solidarietà tra imprese, che preveda un agire comune in occasione di blocchi di attività al di fuori delle normative”.
Per Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti è fondamentale “abbandonare la pratica del massimo ribasso” e assegnare gli appalti in base “all’offerta complessivamente più vantaggiosa”, garantendo così il pieno rispetto delle regole, del ccnl e la miglior capacità organizzativa. E chiedono che nel contratto tra impresa affidataria e impresa esecutrice sia “esplicitato il divieto di subappalto o sub-affidamento”. Riguardo le imprese, i sindacati sollecitano l’adozione di “un apposito elenco (white list) delle imprese che operano in correttezza e di un altro elenco (black list) in cui segnalare le imprese non virtuose, cui non sarà possibile affidare attività”.
Nel pacchetto di proposte spicca anche la richiesta della “definizione di un tabella ministeriale sul costo del lavoro relativo al contratto nazionale”, da cui consegue l’impegno, chiesto alle aziende, di “non assegnare, in occasione di appalti, affidamenti e terziarizzazioni, attività al di sotto dei valori previsti nel ccnl”. Infine, i sindacati richiedono la definizione di “una normativa che apra anche al settore l’applicazione del meccanismo del cosiddetto “reverse charge” (ndr. inversione contabile), come già avviene nell’ambito di appalti-affidamenti operati da enti o imprese pubblici, relativamente alla corresponsione dell’Iva a carico del soggetto appaltante”, attribuendo quindi al committente il compito di versare l'Iva della ditta appaltata.