"La crisi del Fatebenefratelli Isola Tiberina, non volge al termine, dal 17/09/2014 data in cui è stato depositato presso il Tribunale Fallimentare di Roma il “Piano di rientro”, si sono susseguite azioni a dimostrazione della non volontà della Proprietà di trattare con le organizzazioni sindacali e quindi con la maggior parte dei lavoratori, per salvare l’ospedale gravato da una grandissima crisi". E' quanto si apprende da una nota di Fp Cgil e Fp Cisl di Roma.

"Il mancato tavolo di contrattazione tra Comparto e Amministrazione - spiegano -, la gestione unilaterale della riorganizzazione, con il silenzio della Regione Lazio, il piano di tagli sul personale, hanno portato i lavoratori alla riuscita giornata di sciopero del 23 settembre ed ad una conseguente consultazione per sottolineare il loro dissenso e la loro sfiducia con quanto sta accadendo in un ospedale che è sempre stato il punto di riferimento della cittadinanza romana".

L’amministrazione invece di prendere atto che i lavoratori bocciano le scelte intraprese, "ha alimentato un clima di tensione tra i lavoratori, arrivando addirittura a licenziare un lavoratore per motivi disciplinari. Come se non bastasse infine hanno deciso di dare il “buone feste “ alle lavoratrici ed ai lavoratori decurtando del 30% le tredicesime a fronte della ripetuta e sbandierata volontà della proprietà di non toccare gli stipendi, almeno per il 2014, volontà che , come dimostrano queste ultime scelte, è stata smentita dai fatti. Speriamo che questa ulteriore denuncia alle istituzioni sullo stato in cui si trova il Fatebenefratelli e la cui crisi sta colpendo pesantemente i lavoratori, non cada nel vuoto e finalmente possa partire un confronto costruttivo per rilanciare l’ospedale. Se non avremo immediate risposte mercoledì nell’assemblea dei lavoratori decideremo le ulteriori iniziative di mobilitazione", concludono i sindacati.