"Il tasso dei posti vacanti pur restando nella quantità storica dei posti non coperti sta toccando la stessa soglia del periodo precedente la crisi. In tempo di crisi, invece, ogni possibilità deve essere sfruttata al massimo e decine di migliaia di posti di lavoro in più farebbero molto comodo. Il problema vero è chiedersi perché questi posti sono vacanti". Lo chiede Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil.

"Può esserci un problema di mancanza di personale specializzato (non è dato conoscere nè la qualità del lavoro né il tipo di lavoro offerto), ma trattandosi di imprese sopra i dieci addetti molte avrebbero capacità di formarlo. Non può essere quindi liquidato così questo dato. Così come mi auguro nessuno voglia per discolparsi delle proprie responsabilità continuare ad affermare che manca la disponibilità delle persone".

"Nella difficilissima ricerca di lavoro attuale si è purtroppo costretti ad accettare di tutto, come dimostra il dato della precarietà quasi totale nelle nuove assunzioni. Il problema quindi è nella sfiducia sul futuro che hanno molte imprese, sfiducia che questo governo accentua non affrontando i temi dello sviluppo e i nodi strutturali dell'occupazione italiana. Problemi che non si risolvono certo con il taglio di diritti o con l'ideologia della liberalizzazione del collocamento" .