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"La giornata di oggi e la riuscita dello sciopero dimostrano come i metalmeccanici vogliano un nuovo contratto nazionale, un loro chiaro diritto”. Così il segretario generale della Fiom Cgil Maurizio Landini oggi a Milano per lo sciopero generale dei metalmeccanici: “Federmeccanica da domani deve tornare a sedersi al tavolo delle trattative, non credo voglia assumersi la responsabilità di uno scontro del quale adesso il paese non ha bisogno. Questo è il momento per il paese di far ripartire l’economia”. A fine giornata l'adesione allo sciopero è stata superiore al 75% (qui tutti i dati).
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Foto dalle piazze
Il segretario generale della Fiom ha sottolineato che “Federmeccanica deve sapere che il contratto sulla base delle sue proposte non lo firmeremo mai e non ci divideranno”. E proprio riguardo questo aspetto, ha ribadito che “quando a luglio siamo partiti con piattaforme diverse, nessuno pensava che avremmo avuto la forza e l’intelligenza di essere qui, unitariamente, per difendere il contratto”. Riguardo gli aumenti salariali, Landini ha rimarcato che “devono essere dati a tutti i lavoratori, e questo è per noi un punto irrinunciabile. Noi intendiamo dare garanzie a tutti, anche alla parte precaria del lavoro: oggi le fabbriche si sono svuotate, lo sciopero è riuscito, le piazze sono piene”.
Nel corso del suo intervento dal palco di Milano Landini ha poi toccato anche altri argomenti. “Il governo deve smettere di dare soldi alle imprese, le risorse vanno date al lavoro, non a chi porta i soldi nei paradisi fiscali” ha detto: “Il problema del paese è il livello di corruzione raggiunto, che va combattuto”. Ha poi chiesto al governo di “fare un provvedimento urgente per defiscalizzare gli aumenti dei contratti nazionali di lavoro, visto che ha già fatto abbastanza a favore delle imprese”. In conclusione, ha anche toccato il tema della previdenza: “Alla politica diciamo che per le pensioni serve una vera riforma. Nel momento in cui Cgil, Cisl e Uil stanno preparando una piattaforma comune sulla materia, vorrei ricordare che nel passato abbiamo fatto tanti ragionamenti sulle pensioni, abbiamo fatto qualche ora di sciopero, ma dobbiamo proseguire in modo più determinato”.
Fiom, Fim e Uilm sono tornate a mobilitarsi insieme dopo otto anni e vanno in piazza nelle principali città italiane. Maurizio Landini ha partecipato alla mobilitazione di Milano, Rocco Palombella (Uilm) a quella di Reggio Emilia, mentre Marco Bentivogli (Fim) è intervenuto a Napoli. Qui tutte le iniziative.
Il nodo del salario
Gli attivi e le assemblee hanno già coinvolto migliaia di lavoratori. Pur essendo partiti da due piattaforme diverse (una della Fiom, l'altra di Fim e Uilm) le organizzazioni dei metalmeccanici hanno trovato la sintesi: sono concordi nel riaffermare il valore dei due livelli contrattuali (contratto nazionale e aziendale) e nel respingere la proposta della controparte. Da parte sua, Federmeccanica propone aumenti salariali solo per il 5% dei meccanici, quelli al di sotto del salario minimo di garanzia, che riceverebbero un incremento di 37,31 euro da gennaio 2017. Il 95% dei lavoratori resta esclusa. Un'ipotesi, sottolineano unitariamente le tute blu, che colpisce duramente il potere d'acquisto degli operai, deprime ancora di più i consumi interni e non aiuta la ripresa economica.
I sindacati: vogliono cancellare il contratto nazionale
La trattativa è durata sei mesi e sono stati svolti 13 incontri. Arrivati alla questione busta paga, Federmeccanica non ha cambiato posizione. L’associazione degli industriali non sembra voler recedere “dalla proposta – spiega un comunicato – di introdurre un nuovo sistema contrattuale che non riconosce alcun aumento al 95 per cento dei lavoratori. Di fatto viene chiesta la cancellazione definitiva del contratto nazionale di lavoro”. Fim, Fiom e Uilm chiedono invece un contratto nazionale “che garantisca il reale potere d'acquisto del salario per tutti i metalmeccanici, che estenda la contrattazione aziendale a chi non ce l'ha e che tuteli tutte le forme di lavoro”.
Ibm, Alcatel Lucent e Stm: lo sciopero raddoppia
In alcune aziende si sciopera per ulteriori quattro ore. Ad incrociare le braccia per 8 ore sono le lavoratrici e i lavoratori di Ibm contro la procedura di licenziamento collettivo avviata dalla multinazionale dell'It per 290 persone. E per il mantenimento dell'occupazione scioperano anche i lavoratori di Alcatel Lucent, ai quali è stato annunciato un taglio di 219 posti di lavoro. In StMicroelectronics lo sciopero raddoppia, spiega la Fiom, "perché il confronto per il rinnovo del contratto integrativo è fermo da un anno e mezzo, nonostante negli anni scorsi l'azienda abbia redistribuito abbondanti dividenti non in linea con il suo andamento e i manager si siano aumentati gli stipendi". Per la segretaria nazionale Roberta Turi “la Fiom auspica che il sacrificio di ulteriori 4 ore di sciopero porti Ibm e Alcatel Lucent a non procedere con i licenziamenti ma a trovare soluzioni alternative ai tagli per rilanciare le loro attività. Entrambe le aziende si sono già ridimensionate negli ultimi 4 anni, i lavoratori hanno pagato un prezzo molto salato e sono state disperse competenze importanti per il paese. Ora basta”.
Si sono fermati anche i lavoratori in somministrazione
Sciopero anche per i lavoratori somministrati. "In concomitanza con lo sciopero nazionale proclamato dalle organizzazioni sindacali di categoria Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm per il rinnovo del contratto nazionale metalmeccanici in oggetto, Felsa Cisl, NIdiL Cgil e UilTemp proclamano lo sciopero di 4 ore dei lavoratori in regime di somministrazione nella giornata di mercoledì 20 aprile 2016 con le stesse modalità". È quanto si legge in una nota.
Ultimo aggiornamento 16.30