Una donna che lavorava, così viene presentata Silvia Curcio ex dipendente della Irisbus, la fabbrica che costruiva autobus, ed ha chiuso i battenti qualche anno fa per la decisione di delocalizzare la produzione all’estero a causa della mancanza di investimenti da parte del governo. Una situazione drammatica quella della Regione Campania dove più di 2mila persone sono senza lavoro, e dove molte fabbriche e attività commerciali chiudono dalla mattina alla sera. Silvia richiama i politici, che parlando di primarie e conflitti partitici distolgono l’attenzione, e rivolge loro un invito, quello di guardare l’Italia con gli occhi dei più deboli: “Dovrebbero provare sulla loro pelle la vergogna che abbiamo provato. Come me, che perdendo il lavoro mi sono ritrovata a chiedere l’esenzione del ticket. Mi sono vergogna, si. Dovrebbero provare la stessa mortificazione che abbiamo provato dovendo dire ai nostri figli di rinunciare agli studi perché troppo costosi.” “I nostri figli rischiano di diventare un bacino di manovalanza solo per la malavita. Vogliamo ridare loro la possibilità di essere liberi e indipendenti e trovare spazio ai tanti cinquantenni, una ricchezza che non può essere sprecata.” Silvia attacca anche Marchionne: “Costui continua a farla da padrone: ha cancellato anni di relazioni sindacali, ha cacciato dalle fabbriche il sindacato più rappresentativo, la Fiom, ha distrutto migliaia di famiglie, e nessuno gli chiede il conto”. Un messaggio ai nostri politici poi: “Noi non deleghiamo più nessuno in bianco!” (R.M.)