"Caro Presidente Renzi, abbiamo letto che Lei è andato all'inaugurazione di nuovi impianti Italcementi e abbiamo pensato che dovrebbe venire anche dove  i cementifici chiudono: è successo nel suo Comune, lo sa, a Pontassieve. Venga a dirci come possiamo far ripartire il lavoro". Inizia così la lettera aperta che i lavoratori dell'ex Italcementi–Colacem, storico cementificio di Pontassieve (in provincia di Firenze), hanno inviato al Presidente del Consiglio.

"Noi, dopo aver passato mediamente 30 anni della nostra vita in quello storico cementificio, circa due anni fa siamo stati ceduti al Gruppo Colacem. Successivamente, lo stabilimento è stato fermato ed ora è in fase di chiusura definitiva. Oggi ci siamo ritrovati in assemblea per definire le modalità di ricorso alla cassa integrazione straordinaria per chiusura – che con il Jobs act verrebbe cancellata –. Abbiamo letto sui giornali, come dicevamo, della sua visita all'avvio dei nuovi impianti negli stabilimenti dell'Italcementi a Brescia e Bergamo, e abbiamo fatto alcune considerazioni che Le giriamo", proseguono i lavoratori del cementificio fiorentino.

"L'avvio di moderni impianti in alcuni cementifici avviene contemporaneamente a una drammatica ristrutturazione del settore, con migliaia di posti di lavoro persi o a rischio. Un ridimensionamento che noi e molti altri abbiamo subìto senza un luogo dove poter discutere della crisi in atto e delle politiche industriali per farvi fronte; e sì che tale richiesta l'abbiamo fatta durante questi anni", si legge ancora nella lettera aperta a Renzi.

"Se noi, come molti altri, perdiamo il lavoro, e se le fabbriche chiudono, non è a causa dell'articolo 18, che abbiamo sempre avuto, senza per questo sentirci dei privilegiati, e che vorremmo, questo sì, consegnare ai nostri figli. Ora utilizziamo gli ammortizzatori sociali perché non troviamo lavoro, e temiamo che questa situazione possa durare ancora degli anni", aggiungono i lavoratori dello storico cementificio.

"Infine, caro Presidente, non Le chiediamo di non andare a inaugurare nuovi impianti. Crediamo, però, che sia una Sua responsabilità andare anche e soprattutto dove gli impianti chiudono, per prendere impegni su come far ripartire l'economia di aree sempre più deindustrializzate e senza lavoro, come quella del Valdarno, dove Lei vive e che conosce benissimo", conclude la lettera aperta dell'assemblea dei lavoratori ex Italcementi–Colacem.