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Produzione in calo e un forno spento fino a gennaio. Cresce di giorno in giorno la preoccupazione per il futuro della ex Cementir di Spoleto (oggi Cemitaly), importante presidio industriale di un territorio che ha già vissuto negli ultimi tempi un’infinità di crisi aziendali e ristrutturazioni. Per oggi, 29 novembre, è convocato un tavolo al Ministero dello sviluppo a Roma, un primo appuntamento per cercare di sciogliere i dubbi che da troppo tempo ormai incombono sul futuro dei lavoratori.
Il cementificio, infatti, conta attualmente 84 dipendenti, è passato da circa un anno al gruppo Italcementi, a sua volta controllato dalla multinazionale Heildelberg. Le iniziali speranze di un rilancio dell’azienda, però, si sono ben presto scontrate con la dura realtà dei fatti. Subito dopo il passaggio a Italcementi, il sindacato ha notato “una riduzione notevole della produzione, e una mancanza di investimenti che invece servirebbero e molto in un sito parecchio obsoleto”.
Insomma, hanno recentemente affermato Claudio Aureli, della Fillea Cgil Umbria, ed Emanuele Petrini di Filca Cisl Umbria, “vediamo dei movimenti che ci preoccupano perché fanno pensare ad un disinvestimento del gruppo sul sito di Spoleto, e lo spegnimento del forno fino a gennaio non è certamente un segnale positivo”.
A fronte di questa situazione preoccupante i sindacati hanno quindi avviato un’intensa attività “diplomatica”, sia con le rispettive strutture nazionali, sia con le istituzioni locali, Regione Umbria e Comune di Spoleto. “Abbiamo avviato un tavolo regionale dedicato a questa vicenda con incontri periodici, l’ultimo dei quali tenuto circa due mesi fa e conclusosi con l’impegno della Regione a convocare un incontro con l’azienda sul territorio. Rimane costante anche il confronto con il Comune di Spoleto, perché crediamo che il coinvolgimento delle istituzioni a tutti i livelli sia fondamentale”.
Ora, i riflettori sono puntati sul tavolo al Mise, da cui i sindacati sperano “di capire meglio le intenzioni del Gruppo”.