"Il drammatico ricatto della Fiat alla ex Bertone è l'ultimo, in ordine di tempo, nella strategia di Marchionne di cancellazione dei diritti dei lavoratori contro e al di fuori di quanto sancito dalla Costituzione repubblicana e dallo Statuto dei diritti dei lavoratori". Lo dichiara il segretario nazionale della Fiom, Sergio Bellavita.

"I lavoratori della ex Bertone, come e più di quanto accaduto a Pomigliano e a Mirafiori, sono posti di fronte alla scelta drammatica di piegarsi ai dettami inaccettabili di Marchionne o di rischiare di perdere il lavoro. Tuttavia, la scelta della Fiom, a maggioranza, di non combattere come a Pomigliano e a Mirafiori contro l'illegittimità del referendum è grave ed è al di fuori dei deliberati del Comitato centrale sulla vertenza Fiat. Non solo non è sufficiente la via legale di contrasto come Organizzazione se la propria rappresentanza di fabbrica, la Rsu Fiom, considera legittimo il referendum e, addirittura, dà indicazione di voto favorevole; ma, in un caso come questo, non si può disconoscere una responsabilità d’organizzazione".

"Nessun livello dell'organizzazione, e neppure la Rsu eletta nelle liste Fiom, può sottoscrivere un'intesa che cancella le libertà sindacali e accetta quello che si è rifiutato a Pomigliano e a Mirafiori. Per queste ragioni, ho chiesto la convocazione urgente del comitato centrale".