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Si farà di tutto per trovare un accordo, ma la trattativa è davvero difficile. È sempre più stretta la strada per salvare i 236 lavoratori della ex Alstom Power di Sesto San Giovanni (Milano), azienda attiva nella produzione di grandi apparecchiature elettromeccaniche, cui la nuova società acquirente, la multinazionale franco-americano General Electric, ha annunciato nel gennaio scorso il licenziamento. Una decisione ribadita mercoledì 13 aprile a Roma, nel vertice che si è tenuto al ministero dello Sviluppo economico tra azienda, sindacati e istituzioni, e che ci si augura possa mutare nell’incontro di oggi (giovedì 21 aprile), sempre a Roma.
I licenziamenti a Sesto San Giovanni fanno parte di una riorganizzazione più complessiva, spalmata su due anni, che riguarderà 6.500 esuberi in tutta Europa (che ha provocato, l’8 aprile scorso, manifestazioni in diversi paesi a opera del sindacato europeo IndustriAll). Al tavolo della scorsa settimana la General Electric ha confermato l’intenzione di avviare il licenziamento collettivo, rendendo così inutile la ricerca di nuovi partner imprenditoriali in grado di reindustrializzare l’area. Sindacati, governo ed enti locali hanno sottolineato l’atteggiamento di chiusura della multinazionale, denunciando come l’attuale strategia aziendale metta al centro soltanto il valore azionario (si è infatti parlato di “licenziamenti di Borsa”) e non lo sviluppo delle attività industriali.