Un Consiglio di sorveglianza nel quale siano designati rappresentanti eletti dai lavoratori. Questa la proposta della Fiom Cgil per l'ex Alcoa di Portovesme, ora acquisita da Sider Alloys, con il compito "di esaminare ed esprimere preventivamente il proprio parere sui piani strategici industriali, organizzativi, finanziari e occupazionali, di vigilare sulla corretta amministrazione e sul generale andamento della gestione dell'impianto". La proposta è stata inviata al ministero dello Sviluppo economico, e riguarda l'ipotesi di una partecipazione attiva all'interno della nuova società dei lavoratori dello stabilimento nel Sud Sardegna. "Nell'incontro del 3 maggio scorso al ministero - spiega la Fiom - avevamo affermato che la proposta di destinare il 5 per cento delle azioni alla costituenda associazione dei lavoratori ex Alcoa non trovava la nostra contrarietà di principio, ma avevamo avanzato una proposta diversa che consentisse, attraverso una funzione negoziale del sindacato, di introdurre una figura di sorveglianza, eletta da tutti i lavoratori".
L'ipotesi di riconoscere ai lavoratori dell'ex Alcoa un ruolo di partecipazione nella nuova società costituisce per la Fiom "una novità positiva nel panorama delle relazioni industriali del nostro Paese". Ma, sottolinea il sindacato, si fa riferimento a una partecipazione che si concretizza attraverso la cessione del 5 per cento del capitale della società "a un'associazione, cui aderirebbero volontariamente i lavoratori di Sider Alloys, dentro un modello di governance che non ha oggettivamente riscontri nel nostro ordinamento". Per il sindacato la partecipazione dei lavoratori esercitata attraverso un'associazione sarebbe "una sovrapposizione di compiti e ruoli che sono in capo alle organizzazioni sindacali e quindi alla contrattazione da esse esercitata. Ne deriverebbe una commistione non accettabile, di surroga inoltre di compiti e funzioni, che devono rimanere distinti".
Il sindacato chiede quindi che la partecipazione non sia considerata nella sostanza "come simbolica per peso e dimensione, come invece appare nell'impianto complessivo sottostante la proposta di statuto, ma invece realmente ancorata per via contrattuale a compiti di controllo e sorveglianza". Il passaggio invece dall'attuale modello a uno dualistico, con l'introduzione del Consiglio di sorveglianza, "non confligge con l'idea di costituire un'associazione dei lavoratori alla quale poter riconoscere una partecipazione azionaria senza fini di lucro e con funzioni sociali e che, quindi, può coesistere con il Consiglio di sorveglianza, fatta salva l'inderogabile distinzione di ruoli a essa attribuiti rispetto all'esercizio del sindacato e dei suoi rappresentanti aziendali". In ogni caso, conclude il sindacato, per quanto riguarda il riconoscimento del 5 per cento del capitale della società all'associazione, "restano perplessità da sciogliere in relazione all'effettiva possibilità di attribuire risorse pubbliche ad associazioni".