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Quattro mesi in più per presentare il piano industriale per il rilancio dell'impianto siderurgico ex Aferpi a Piombino (Livorno): è la richiesta inviata venerdì 24 gennaio, giorno previsto per la presentazione, da Jsw Steel Italy ai firmatari dell'accordo di programma tra cui la Regione Toscana. In una nota Fim Fiom e Uilm confermano che “è stata richiesta ufficialmente una proroga di quattro mesi indicando che la presentazione del piano industriale è vincolata al fatto di avere risposte certe e definitive, non promesse di massima, sui temi ancora sul tavolo”.
“Ancora una volta – scrivono i sindacati – i lavoratori di Piombino si vedono costretti a subire le conseguenze economiche e una prospettiva di totale incertezza a causa delle responsabilità di soggetti che non rispettano gli impegni sottoscritti”. I sindacati annunciano “assemblee in fabbrica per organizzare un'iniziativa pubblica da svolgersi la prima settimana di febbraio” e “mettere a un tavolo tutti i soggetti di fronte ai cittadini e lavoratori”.
“Da una parte abbiamo l'azienda che non ha ancora rispettato nessuno degli impegni sottoscritti – continuano Fim, Fiom e Uilm –, gli investimenti sulla laminazione, gli smantellamenti, la presentazione del progetto per la nuova acciaieria elettrica entro i 18 mesi previsti. Dall'altra – aggiungono – abbiamo un governo nazionale che pensa solo alle proprie beghe interne e alle campagne elettorali regionali. L’ennesimo ministro dello Sviluppo economico che snobba la vertenza del secondo polo siderurgico italiano delegato alla scarsa attenzione del vicecapo di gabinetto. Infine – insistono le sigle dei metalmeccanici – una politica locale e regionale troppo attenta a polemizzare tra loro in perenne campagna elettorale”.
“Entro la fine della prossima settimana si terranno le assemblee in fabbrica con tutti i lavoratori per organizzare un'iniziativa pubblica da svolgersi nella prima settimana di febbraio – concludono Fim, Fiom e Uilm – e puntiamo in qualche modo a fare ciò che non sta svolgendo il governo: mettere a un tavolo tutti i soggetti di fronte ai cittadini e lavoratori. Per questo motivo coinvolgeremo azienda, Regione, sindaci del comprensorio, sindacati e tutte le istituzioni, consci che questo territorio merita quel rispetto che fino ad oggi è mancato e chiunque sceglierà di non essere presente, o di non contribuire a proporre soluzioni, dovrà assumersi le proprie responsabilità”.