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Una trattativa complicata e molto articolata. Per una vertenza che va avanti ormai da anni, almeno dal 2015, ossia da quando il gruppo Mercatone Uno è entrato in amministrazione straordinaria (e i lavoratori in cassa integrazione). Una situazione che sembrerebbe essersi sbloccata il mese scorso, con la cessione dei punti vendita a due nuove società (Shernon Holding e Cosmo), che però prevedono di riassumere soltanto una parte dell’attuale personale: attualmente gli esuberi sono quasi 700. Un numero insostenibile per i sindacati che, dopo aver incontrato martedì 19 la Shernon, oggi (venerdì 22 giugno) incontrano la Cosmo a Roma, con appuntamento alle ore 10 presso il centro congressi dell’Eur, con l’obiettivo di provare a ridurre l’emorragia di posti di lavoro.
Mercatone Uno è una catena di ipermercati specializzata nella vendita di mobili, arredamento ed elettrodomestici, nata nel 1975 e presente su quasi tutto il territorio nazionale con 74 punti vendita gestiti dalla società M. Business, ora in amministrazione straordinaria. Dopo un lungo periodo di crescita (il gruppo arrivò ad avere un fatturato di oltre 800 milioni di euro e 3.700 dipendenti), nel 2007 inizia a subire considerevoli perdite economiche che portano, nel 2015, a un'importante crisi aziendale e alla richiesta di concordato preventivo presso il Tribunale di Bologna. Il 7 aprile dello stesso anno un decreto del ministero dello Sviluppo economico ammette parte delle società del gruppo alla procedura di amministrazione straordinaria. Sempre a partire da quella data i dipendenti entrano in cassa integrazione, che in alcuni casi arriva anche fino al 30 per cento.
Il 16 giugno 2016 viene pubblicato il bando di vendita dell’intero gruppo, che però non riceve offerte. Il 15 febbraio 2017 viene pubblicato un nuovo bando, con maggiore flessibilità sul prezzo e sul perimetro di vendita. Il 21 maggio 2018 il ministero dello Sviluppo economico autorizza l'aggiudicazione di 68 punti vendita, sui 74 oggetto del bando di cessione: 55 (di cui 47 attivi e 8 attualmente chiusi) sono ceduti alla società milanese Shernon Holding, mentre 13 sono ceduti alla teramana Cosmo, proprietaria del marchio di abbigliamento Globo. Relativamente ai rapporti di lavoro, Shernon sarebbe orientata ad assumere 1.867 lavoratori (di cui 171 full time e 1.696 part time) sui 2.179 occupati nel perimetro di riferimento, mentre Cosmo prevede di acquisirne 196 (di cui 144 full time e 52 part time) su 566 occupati.
“Il decreto del ministero ha avviato il percorso di trattativa sindacale, ma le offerte presentano non poche criticità, a partire dal numero dei lavoratori che sarebbero esclusi dai nuovi perimetri aziendali”, spiega Sabina Bigazzi, dirigente della Filcams Cgil nazionale. La proposta della Cosmo (azienda attiva nel settore tessile-abbigliamento e accessori) è quella più problematica, considerando l’alto numero degli esuberi. Solo per fare alcuni esempi: nel punto vendita di Colle Val d'Elsa (Siena) resterebbero soltanto 20 degli attuali 50 dipendenti (per di più con la garanzia della continuità occupazionale solo per due anni), a Misterbianco (Catania) verrebbero riassunti solo 15-20 dipendenti su 100, a Lucca e Altopascio (Lucca) gli esuberi sarebbero 60 su 90, mentre a Genova soltanto 16 su 41 verrebbero riconfermati. “La proposta della Cosmo – aggiunge Bigazzi – è inaccettabile, la trattativa è sicuramente tutta in salita. Dobbiamo verificare le loro possibilità, ma vogliamo essere ottimisti, siamo convinti che ci siano margini per migliorare l’offerta”.
Maggiori garanzie offre la Shernon Holding, che invece acquisirebbe il marchio dando quindi continuità alla Mercatone Uno, oltre a rilevare anche la logistica e parte della sede. “Il piano industriale della Shernon è serio e credibile” riprende Bigazzi. “La società, nata nel dicembre scorso, è formata da tre imprenditori che da tempo operano nel settore, costituita appunto per rilevare i punti vendita Mercatone, che si muoverebbe commercializzando in esclusiva alcuni marchi stranieri”, spiega la dirigente Filcams: “Ma anche qui si registrano esuberi, seppure inferiori in proporzione all’altra offerta. E le assunzioni sarebbero quasi tutte con contratti part time, dunque il reddito dei lavoratori ne risentirebbe sensibilmente”.
L’incontro con la Shernon Holding di martedì 19, avvenuto a Bologna, è stato sicuramente positivo. “Possiamo anzitutto confermare l’impressione di grande serietà di questa cordata”, argomenta Bigazzi: “Pur nei limiti dell’importante investimento che stanno facendo, sia come acquisto di punti vendita sia come prospettive del marchio, registriamo uno spirito di collaborazione. La Shernon si è detta disponibile a rivedere al rialzo il numero delle assunzioni e gli orari proposti, oltre ad assicurare l’apertura di spazi nei prossimi mesi per l’eventuale recupero via via degli esclusi”. L’azienda, conclude la dirigente Filcams, adesso “rifarà un po’ i conti e tornerà con una nuova proposta, che analizzeremo nell’incontro già fissato per giovedì 28 giugno”.