Nuovo appuntamento oggi (lunedì 9 dicembre) a Roma per la vertenza Almaviva Contact. Il ministero del Lavoro, infatti, ha convocato il tavolo con azienda e sindacati: un vertice che arriva dopo gli incontri del 25 settembre e del 6 novembre, e che sarà decisivo per conoscere il futuro della sede palermitana del colosso dei call center. Attualmente sono 2.552 i lavoratori che usufruiscono fino al 31 marzo prossimo della cassa integrazione in deroga al 35 per cento: un accordo che per ora ha scongiurato i 1.600 esuberi annunciati (su 2.800 lavoratori complessivi), causati dal drastico taglio dei volumi, oltre il 50 per cento, da parte dei principali committenti Tim e Wind-Tre.

Il governo, intanto, ha condotto una serie di incontri con l’obiettivo di verificare l’esistenza delle condizioni necessarie ad assicurare stabilità occupazionale e sostenibilità economica al sito di Palermo, scongiurando una crisi che mette a rischio la sopravvivenza stessa del sito produttivo. Mercoledì 4 dicembre, ad esempio, si è tenuta una riunione nella sede romana della società, cui hanno partecipato i committenti Tim e Wind e i sottosegretari Stanislao Di Piazza (Lavoro) e Alessandra Todde (Sviluppo economico). La condizione essenziale è riportare il lavoro a Palermo, richiamando i volumi gestiti fuori dal territorio nazionale e con tariffe coerenti con i costi del lavoro in Italia. L’amministratore delegato di Tim, Luigi Gubitosi, ha annunciato un piano di rientro dei call center Tim in Italia. Un elemento di novità che fa ben sperare.

“Dobbiamo ottenere dall'azienda il rispetto delle tariffe minime sul salario stabilite dalla legge per i dipendenti del settore, oltre a misure che salvaguardino i posti di lavoro”, spiega Massimiliano Fiduccia, segretario della Slc Cgil di Palermo e Rsu di Almaviva. “Il comparto, che specialmente al Sud dà lavoro a tantissime persone, è in piena crisi”, continua l’esponente sindacale, evidenziando che è stato spostato all'estero, principalmente in Albania e Romania per il basso costo del lavoro, già il 60 per cento dei volumi di traffico. “Per questo motivo occorre un piano industriale per l’intero settore”, conclude Fiduccia: “È necessario prevedere la riqualificazione degli addetti perché, grazie all'innovazione tecnologica, anche il servizio di assistenza si è evoluto e servono nuove e più specifiche professionalità”.

(mt)