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Sciopero nazionale e presidio oggi (giovedì 28 settembre) a Milano dei lavoratori dell’azienda farmaceutica Alfasigma. L'appuntamento è sotto la sede di Assolombarda, in occasione della ripresa delle trattative per i 456 licenziamenti (su 1.626 dipendenti). La decisione è del 6 settembre scorso, quando è stato comunicato il nuovo piano industriale, che prevede appunto la necessità di una riorganizzazione fondata sugli esuberi.
“L’obiettivo della trattativa è modificare le gravi scelte organizzative volute dall’azienda, che colpiscono pesantemente tanti lavoratori”. A dirlo è Aldo Zago, del Dipartimento chimico farmaceutico della Filctem Cgil nazionale: “Il progetto industriale di questo nuovo gruppo farmaceutico non può fare a meno di tutte quelle valide competenze che hanno determinato, fino ad ora, i positivi risultati dell’azienda”. I tagli, in particolare, dovrebbero colpire 274 informatici scientifici e 182 impiegati amministratori (di cui 138 nella sede della ex Sigma Tau di Pomezia, a Roma) suddivisi in tutte le sedi aziendali.
La Alfasigma riunisce in un'unica società alcuni tra i maggiori gruppi farmaceutici nazionali, con capitale totalmente italiano (il 75 per cento dell’azienda è della famiglia Golinelli). Attualmente è la terza società del settore, il suo fatturato supera il miliardo di euro. È anche un’azienda appena nata: si è infatti formata il 1° agosto scorso per fusione di Alfa Wassermann, Biofutura Pharma e Sigma-Tau Industrie Farmaceutiche Riunite. I siti produttivi sono ad Alanno (Pescara), Sermoneta (Latina) e Pomezia (Roma), la sede amministrativa è a Bologna e quella legale a Milano (che coordina anche l’attività d’informazione scientifica del farmaco).
Le motivazioni addotte dall'azienda, si legge in una interrogazione parlamentare del deputato Pd Marco Miccoli, sono state: “la dimensione critica in termini finanziari e dell'assetto produttivo per poter agire nel complesso contesto competitivo globale; il lieve decremento del mercato farmaceutico nel canale retail, nel quale si concentra il fatturato Alfasigma; la spesa nazionale farmaceutica nazionale inferiore del 30 per cento rispetto agli altri grandi Paesi europei; il contenimento della spesa nel settore, come ad esempio nella revisione del prontuario avvenuta nel 2015; la duplicazione di alcune figure professionali che si è determinata con la definitiva maxi-fusione”.