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LAP, come lap dance o come to lap, leccare, o anche “bissare”. Invece in Italia, la parola LAP non rimanda proprio a nulla di piacevole perché sta per Lavoratori a Progetto, un modo come un altro per indicare uno dei 46 contratti precari oggi attivi in Italia che consentono alle aziende di inquadrare lavoratori che operano uno al fianco dell'altro e con le medesime mansioni con retribuzioni, diritti e tutele anche previdenziali diverse. Al ribasso.
In Sicilia il bacino dei Lap conta circa 3mila persone che fino a qualche mese fa venivano pagate 2,5 euro l'ora contro i 7,50 del corrispettivo orario previsto dal ccnl. Adesso, dopo un accordo portato a casa delle tre categorie di settore di Cgil Cisl e Uil, si è saliti a 4,70. Ma è sempre poco.
Una moltitudine di giovani e non più giovani che non possono pensare al domani e che per la Slc di Palermo – la categoria della Cgil che segue i lavoratori dei call center - sono un nodo da sanare. Nasce da qui l'idea di realizzare un video per denunciare la loro condizione e quella dei troppi precari che nel nostro paese continuano ad essere considerati indispensabili per far funzionare l'economia. Non si capisce perché poi. I precari sono mediamente sottopagati, quindi hanno poco da spendere. Tendono al risparmio perché nell'incertezza per il futuro devono accantonare. Sono costantemente sotto pressione e quindi stressati, tutti tesi a dimostrare di essere bravi e i migliori e quindi a costante rischio errore, come in ogni performance esasperata.
Ma questo alle imprese non importa perché, mani libere, via uno ne arriva subito un altro. Ce lo dice la statistica che ci ricorda che in Italia la disoccupazione giovanile ha ormai superato il 40%. Ora il nuovo presidente del consiglio, Fast Renzi, aveva fatto sperare in una inversione di tendenza. Macché. Il decreto lavoro non solo non riduce le 46 forme di contratto atipico ma aumenta se possibile il problema “futuro” eliminando il vincolo della causalità – le aziende oggi devono motivare la scelta di un contratto e tempo determinato nell'ottica che quello a tempo indeterminato sia la normalità-, e lo può rinnovare per ben 8 volte in tre anni. Quale l'utilità di questo meccanismo? Per i lavoratori nessuna. Per le aziende...
A noi non resta che guardarci il video che è stato ideato e realizzato in collaborazione con l'Slc di Palermo da A.Malisano, F.Malisano e D. Nunnari, con la musica dei FLAC che cantano "Conto alla rovescia", la collaborazione del Teatro Biondo di Palermo e delle attrici Giusi Cataldo e Stefania Blandeburgo oltre che di A.Castagna; G.Marceca; G.Marongiu; G.Monti; A.Salerno; G.Vullo