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Proprio alla vigilia della manifestazione di Cgil, Cisl e Uil che martedì 9 ottobre saranno in piazza Montecitorio, a partire dalle ore 10, per chiedere al Parlamento di risolvere una volta per tutte la questione degli esodati, arriva una doccia fredda per lavoratori, sindacati e partiti: si è arenata infatti la proposta Damiano che amplia la platea degli esodati e modifica la riforma delle pensioni, introducendo una serie di scalini per consentire ai lavoratori di 58 e 59 anni di andare in pensione con 35 anni di contributi fino al 2017. Lo si apprende dalle agenzie di stampa che annunciano un problema sulla copertura, prevista attraverso 5 miliardi di maggiori tasse sui giochi.
Al momento, sulla proposta di legge, approvata con un voto bipartisan in commissione Lavoro, manca il parere della Commissione Bilancio, presieduta dal leghista Giancarlo Giorgetti, che sta attendendo la relazione tecnica della Ragioneria generale.
Damiano, promotore dell'iniziativa di legge, è incredulo e “stupito”: Non c'è la copertura? “E allora il governo ne trovi un'altra”, afferma l'ex ministro del Lavoro all'agenzia Dire. Nel Salva Italia è previsto un risparmio di 12 miliardi con la riforma delle pensioni, attacca, “ne sono stati spesi 9 per gli esodati, quindi ce ne sono almeno 3”. Altre ipotesi suggerite da Damiano – riporta l'agenzia TMNews - sono di recuperare risorse dalla “legge di stabilità di prossima approvazione” oppure dalla “spending review 2: non possiamo accettare che tutti i risparmi raccolti vadano esclusivamente alla diminuzione del debito”, afferma l'esponente del Pd.
Il relatore del testo Luigi Muro (Fli) – riporta ancora TMNews - ha riconosciuto che “la proposta è irta di insidie, politiche ma anche umane e giuridiche sui rapporti e la credibilità delle Istituzioni”. “Avevamo pensato che la copertura finanziaria potesse essere reperita da maggiori entrate determinate sui giochi online e le lotterie istantanee – ha detto ancora Muro - ma non ci impicchiamo alla copertura di spesa. Se ci sono altre proposte ben vengano, siamo disponibili a ragionare, non vogliamo il muro contro muro che non servirebbe a nessuno. Dobbiamo trovare una mediazione”.
Ma per quanto riguarda l'ipotesi di scalini per i lavoratori di 58-59 anni, il ministro Fornero, a quanto si apprende, ha alzato un muro invalicabile. Accettare una modifica del genere, è il suo ragionamento, smonterebbe la riforma. D'altronde, il titolare di via Veneto, negli ultimi tempi si è lasciata andare anche pubblicamente, appellandosi alle forze politiche affinché non facciano “campagna elettorale” su eventuali passi indietro della riforma delle pensioni.
In una lettera del 7 agosto indirizzata alla commissione Lavoro di Montecitorio Fornero spiega che bisogna fare "ogni sforzo per evitare anche il solo rischio di adottare misure che potrebbero avere l'effetto di compromettere gli sforzi di stabilizzazione finanziaria sin qui profusi dal Parlamento, dal governo e dal paese".
In questo clima, improvvisamente arroventatosi, come detto, martedì 9 ottobre scendono in piazza Cgil, Cisl e Uil proprio per chiedere uno sblocco della situazione per le decine di migliaia di esodati rimasti “appesi” grazie dalla riforma Fornero.
Al sit-in organizzato dalle tre confederazioni in piazza Montecitorio dalle ore 10:00, parteciperanno i segretari Camusso e Angeletti, mentre la presenza di Bonanni sembrerebbe in dubbio. In ogni caso, le tre sigle, visto lo stallo della situazione determinatosi nelle ultime ore, chiederanno con ancora maggior forza con l'approvazione della legge che allarga la platea dei salvaguardati per chi è rimasto nel limbo senza lavoro né pensione.
“Bisogna definire la norma e modulare a seconda delle coperture, se vogliono invece trovare adesso le risorse che servono da qui al 2019, è un modo di affrontare le cose ma non di risolverle”. Così la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, risponde ai giornalisti i quali le chiedono del problema di coperture apertosi con il decreto sugli esodati all'esame dell'Aula di Montecitorio. A margine della presentazione di un libro di Antonio Pizzinato, Camusso ha poi commentato l'annunciata assenza del leader della Cisl, Raffaele Bonanni, alla manifestazione di domattina davanti alla Camera: “Mi risulta che saremmo dovuti esserci tutti e tre, io ci sarò”.