PHOTO
Dopo quasi cinque anni – e una lunga serie di scioperi e mobilitazioni – arriva l'accordo per il contratto nazionale della ristorazione collettiva e commerciale, pubblici esercizi e turismo. Lo hanno firmato oggi (9 febbraio) i sindacati del settore con Fipe Confcommercio, Angem e Aci Alleanza delle Cooperative. Circa 1 milione i lavoratori interessati nel mondo della ristorazione: piccoli bar, mense e grandi gruppi della ristorazione autostradale.
"Siamo riusciti a trovare una sintesi condivisa – commenta la Filcams Cgil – che riconsegna al settore regole e prospettive. Una trattativa complessa, a tratti aspra, che ha consentito di individuare soluzioni che, pur non esenti da criticità, mantengono l’impianto dei diritti normativi e salariali preesistenti, dando nel frattempo una concreta risposta al salario che non registrava aumenti da aprile del 2013". Tra gli elementi positivi – spiega il sindacato – una normativa più tutelante della precedente per i cambi di concessione e appalto; maggiori tutele nell’ambito del mercato del lavoro; la definizione di un codice condiviso contro le molestie sessuali nei luoghi di lavoro; e un aumento salariale di 100 euro a regime al quarto livello, con una massa complessiva di tremila euro.
“Siamo giunti a una sintesi che vede punti positivi e punti critici, dopo un lungo e articolato confronto iniziato con esigenze e priorità distanti tra loro”. Così il segretario generale della Filcams Maria Grazia Gabrielli. Le controparti, infatti, sin dall’inizio si sono poste al tavolo con la precisa intenzione di recuperare efficienza di costo andando a modificare strutturalmente una serie di importanti istituti, come i permessi, gli scatti di anzianità e il comporto malattia. “Dopo un periodo difficile e nessun adeguamento economico, l’accordo rimette insieme le parti e potrà finalmente ridare stabilità e certezze ai lavoratori per i prossimi 4 anni – prosegue la segretaria – consapevoli che questo è un punto di partenza per ricominciare a camminare insieme e ricostruire un modello di lavoro diverso”.
Come sempre avviene dopo un'ipotesi di accordo, la parola passa ora ai lavoratori per l’approvazione definitiva. Le lavoratrici e i lavoratori potranno esprimersi durante le assemblee organizzate nei posti di lavoro a partire dai prossimi giorni.