“La nuova proprietà di Esaote deve garantire continuità occupazionale e produrre un Piano di consolidamento e rilancio dell’Azienda da sottoscrivere non solo con le organizzazioni sindacali, ma anche col Governo italiano”. Ad affermarlo in una nota è Antonio Caminito, segretario della Fiom Cgil di Genova, che analizza la situazione dell'azienda in seguito al preliminare per la cessione dell’intero capitale azionario della Società alla Wu Guangming, leader cinese nel Biomedicale, e a Jack Ma, fondatore di Alibaba.
Esaote opera nel settore delle apparecchiature biomedicali, in particolare ultrasuoni, risonanze magnetiche dedicate e software di gestione del processo diagnostico; ha 3 centri di ricerca, a Genova, Firenze e Maastricht; 2 siti produttivi, Genova e Firenze; 1.248 dipendenti, oltre il 50% all’estero; ha 14 sedi internazionali; fattura 270 milioni, il 65% all’estero. Genova è la sede della società con 248 dipendenti: 243 sono dirigenti, quadri e impiegati, 5 sono operai.
“Con i nuovi proprietari si può e si deve superare l’ostacolo della dimensione dell’Azienda – afferma Caminito –, nuove opportunità si potranno aprire; la Fiom come sempre vigilerà perché questo accada”. La dimensione di Esaote infatti è sempre stata un problema: "Continuare a produrre macchine medio-piccole ha sempre segnato i limiti dell'azienda – continua il segretario Fiom –, incapace di concorrere con i grandi gruppi; in questo stato di cose l’Azienda era destinata ad essere acquistata dalla concorrenza per essere cannibalizzata, la cessione a investitori cinesi ha aspetti positivi che vanno valutati in prospettiva. In Cina nei prossimi anni si costruiranno 9 mila nuovi ospedali, gli acquirenti non sembrano avere doppioni produttivi e soprattutto oramai da anni parte della manifattura di Esaote è in Cina, in Europa vi è la ricerca e le sonde a Firenze che sono la parte cruciale per generare immagini di qualità”.