“Apprendiamo da una nota diffusa ieri dall’azienda alle fonti giornalistiche, a margine dell’incontro al ministero, che date le difficili condizioni di mercato Esaote proseguirà con l’attuazione del piano di riorganizzazione. Vorremmo far presente invece che la situazione nei siti produttivi non è quella prospettata ma più complessa; ad oggi non vediamo infatti avanzamenti rispetto al 28 maggio scorso, data della presentazione del piano in Confindustria Genova”. Lo affermano in una notaFim Cisl e Fiom Cgil di Firenze.

"Apprezziamo - si legge - l’investimento sulle sonde come fattore di sviluppo del business, ma teniamo a precisare che la creazione di posti di lavoro che, secondo l’azienda, da questo dovrebbe derivare, è da verificare, poiché gli investimenti annunciati non sono chiari. Certi saranno invece i 76 lavoratori che Esaote intende mettere in mobilità, ma che comunque non saranno interamente ricoperti da eventuali prepensionamenti”.

“Restiamo in attesa - prosegono i sindacati - di conoscere dall’azienda, quale sia la giustificazione logica alla decisione di spostare la divisione Ricerca&Sviluppo. Alle osservazioni puntali portate dalla Rsu, vorremmo risposte nel merito, come già abbiamo fatto presente con la richiesta di incontro tra gli addetti alla ricerca ed il dirigente Resonsabile del reparto. Il trasferimento dei 22 ricercatori, che si rivelerà un’uscita di competenze fondamentali da Esaote, avrà ricadute dirette sul futuro dell’azienda ed indirette per il territorio che perderà le importanti relazioni sviluppate negli anni con i centri di ricerca e le Università, per non parlare degli sbocchi lavorativi".

“Anche il ministero - conclude il comunicato - ieri ha preso atto che la trattativa prosegue su binari paralleli, perciò vogliamo essere chiari nel ribadire che siamo purtroppo lontani dalla convergenza sugli auspici dell’azienda. La percentuale di adesione allo sciopero nella giornata di ieri è andata oltre l’80% tra i dipendenti diretti ed ha coinvolto il 100% dei somministrati, a dimostrazione che i lavoratori sono tutti uniti nel portare avanti le loro istanze”.