Un altro disastro incombe su un territorio già ampiamente provato dalla disoccupazione: la multinazionale svedese Ericsson Telecomunicazioni SpA, presente a Marcianise con uno stabilimento di produzione, ha deciso di spegnerlo in modo graduale con la tecnica di spostare altrove le attività ed indirizzare gli ordini dei clienti verso altre aziende.
A nulla sono valse le ‘’attività di ristrutturazione’’ dell’ultimo anno, l’azienda di Marcianise continua il suo inesorabile declino nel silenzio assoluto del quartier generale italiano della Ericsson si Via Anagnina in Roma. Lostabilimento di Marcianise, nato nel 1994 come Marconi Sud SpA, è arrivato ad occupare fino a 1400 persone intorno al 1999-2000 producendo apparati elettronici fondamentali nell’architettura delle moderne reti di telecomunicazioni. Nel 2000 l’azienda, diventata parte della multinazionale inglese GEC, decide di scorporare e vedere le attività di assemblaggio elettronico alla Jabil Circuit che parte con 600 persone in un altro stabilimento in Marcianise come costola della Marconi Sud e rimane negli anni legata a doppio filo alle sorti di quest’ultima.
La Ericsson Telecomunicazioni entra in scena nel 2006 quando in seguito ad una profonda crisi del gruppo Marconi decide di acquisirlo, battendo sul filo di lana i concorrenti cinesi della Huawei. Purtroppo le grandi aspettative di rilancio alimentate dall’ingresso nella sfera del colosso svedese sono rimaste tali, ma per chiarire meglio cominciamo da qualche anno fa: L’11 Giugno del 2012 è stato concordato con le rappresentanze sindacali un accordo di CIGS per ristrutturazione della durata di 24 mesi, in questo periodo l’azienda si impegnava ad investire ‘’attraverso un piano di riorganizzazione finalizzato a migliorare il parco dei macchinari di produzione e degli apparati necessari allo svolgimento delle attvità di servizio verso i clienti, creando figure professionali nuove e polifunzionali’’. A distanza di soli 18 mesi da quell’accordo, con investimenti fatti pari a 8 milioni di euro ed una riduzione del personale, su base volontaria, di 110 unità lavorative, l’azienda di Marcianise si avvia verso una lenta agonia.
Quali sono le ragioni di ciò? Cattiva gestione da parte del management? Investimenti e scelte strategiche sbagliate? Totale disinteresse della Ericsson Italia ?
Durante la prima fase di investimento, era stato sviluppato un prodotto di nuova tecnologia che avrebbe tenuto testa ai ’’competitors’’, ma dopo una fase di prototipazione fatta nel sito di Marcianise con risultati eccellenti in termini di resa e di affidabilità, nel momento di passare alla fase di volume, il management ha deciso di produrlo in Malesia, presso una società terza. A Marcianise, dalla fine del 2013, sono rimaste le nuove macchine frutto di investimenti, ma solo per produrre i vecchi prodotti di vecchia generazione che sono stati dichiarati obsoleti (prodotti di fine ciclo produttivo).
Dulcis in fundo, a fine Febbraio 2014 la Ericsson ufficializza l’accordo siglato con la multinazionale americana “Ciena”, sua concorrente sulla stessa fascia di apparati prodotti a Marcianise, col quale si impegna a commercializzare i prodotti “Ciena”. Difatto un dietro front che rinnega tutto quanto fatto negli anni precedenti, cancellando in sol colpo il lavoro di tutte le risorse italiane impegnate sullo sviluppo dei nuovi prodotti, ivi compreso l’intero stabilimento di Marcianise che proiettava su questi le sue speranze per il suo futuro.
Analizzando l’excursus di quanto sopra descritto sembra che ci sia una volontà chiara, anche se non dichiarata, di chiudere la fabbrica di Marcianise che nell’ultimo ventennio ha rappresentato l’eccellenza nella produzione di apparati per telecomunicazioni.
A questo punto i lavoratori si chiedono legittimamente: CHE FUTURO HA IL SITO DI MARCIANISE? DOVE SONO FINTI GLI INVESTIMENTI FATTI? IL MANAGEMENT ITALIANO E’ ANCORA CREDIBILE?
L’azienda ha chiesto ai lavoratori di sedersi ancora al tavolo delle trattative paventando un nuovo accordo nell’assoluto vuoto di idee e contenuti e prospettando un non meglio precisato numero di esuberi.