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Oggi, giovedì 15 novembre, si fermano i lavoratori Ericsson su tutto il territorio nazionale. Slc Cgl, Fislet Cisl, Uilcom Uil e Ugl Telecomunicazioni hanno proclamano uno sciopero di due ore, dalle 9.00 alle 11.00, perché nonostante le dichiarazioni dei vertici di Ericsson sulla crescita, l'azienda ha annunciato la disdetta di tutti i contratti aziendali dal 1974 fino ad ora.
Gli effetti saranno pesanti per le tasche dei dipendenti. I sindacati parlano di “tagli, economici e normativi assolutamente ingiustificati”. Si va dalla riduzione dei ticket alla riduzione del valore di voci di trasferta, dalla reperibilità al taglio delle ore di permesso alla gestione di ferie maturate, dal telelavoro al rimborso chilometrico, alle ore aggiuntive, fino ad arrivare alla soppressione della 14° mensilità.
"Dopo i licenziamenti, le cessioni, i contratti di solidarietà, i tagli effettuati già nel 2013 - affermano Slc Cgl, Fislet Cisl, Uilcom Uil e Ugl Telecomunicazioni in una nota -, si continua”. Anche se, nel frattempo, “sono cambiati lo scenario economico e le prospettive di crescita”. L'azienda, insomma, porta avanti una “politica depressiva volta al taglio lineare dei costi, dove per costi s’intende, la retribuzione diretta e indiretta dei dipendenti."
Questa politica aziendale, continuano le sigle sindacali, non riduce soltanto il trattamento economico, “ma mortifica il personale, lo demotiva, reitera un clima di cui davvero non abbiamo più bisogno”.
Lo stop del 15 novembre, quindi servirà anche a spingere la Ericsson “a discutere di crescita, di redistribuzione, di premio di risultato e di valutazione delle performance”. Ai lavoratori serve infatti “formazione e aggiornamento professionale continuo”, “nuove assunzioni”, e “porre fine al mobbing nei confronti dei 50enni e alle continue delocalizzazioni di attività”.
"I dipendenti Ericsson hanno bisogno di tranquillità - hanno concluso i sindacati-, fiducia, condivisione di obiettivi, motivazione”. Slc Cgl, Fislet Cisl, Uilcom Uil e Ugl Telecomunicazioni hanno detto un no unitario, da Napoli, Roma, Milano e Genova a quanto proposto. “Questa è l’occasione di dire basta al management Ericsson. Per queste ragioni proclamiamo lo sciopero”, per dire “forte e con chiarezza, che non siamo d’accordo”.