È continuato anche oggi lo sciopero dei lavoratori Ericsson contro i licenziamenti e per impedire la continua emorragia di posti di lavoro nella multinazionale svedese degli Erzelli. È quanto riferisce la Slc Cgil di Genova. Nell'arco di dieci anni Ericsson a Genova è passata da 1.200 a 500 lavoratori. Da quando nel 2012 Ericsson, tra il plauso e il concreto aiuto della politica, si è trasferita alla collina tecnologica degli Erzelli la situazione é degenerata. Le procedure di licenziamento collettivo si sono susseguite con un ritmo frenetico arrivando persino a due all'anno.
Oggi in Regione c'è stato un incontro con il presidente Toti, gli assessori regionali competenti, il sindaco di Genova Marco Bucci, le Rsu e le organizzazioni sindacali Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil. "Nell'incontro - spiegano le organizzazioni - si è deciso di riconvocare al più presto il tavolo di confronto territoriale già previsto nella delibera del Consiglio regionale dei primi di giugno ai fini della ricollocazione del personale licenziato. È chiaro che, pur apprezzando lo sforzo della Regione e degli altri intervenuti alla riunione, la preoccupazione resta alta".
I sindacati quindi proseguono: "Anche la richiesta al governo da parte del presidente Toti di sollecitare lo sblocco dei fondi per l'area di crisi non complessa é assolutamente necessaria, ma non esaustiva del problema dato che il piano industriale di Ericsson non è stato ancora rivelato, mentre sono già stati prospettati nuovi esuberi per il futuro. Ecco perché questa mattina sia in Regione sia in Consiglio Regionale, le organizzazioni sindacali hanno rinnovato la richiesta che da anni fanno alla politica locale e nazionale, ossia quella di inchiodare Ericsson alle proprie responsabilità sociali di impresa".
Il Consiglio regionale intanto ha approvato questa mattina un ordine del giorno, concludono, "nel quale impegna la Giunta a trovare soluzioni concrete alle necessità dei lavoratori espulsi, a richiedere all’azienda le reali intenzioni sul sito degli Erzelli e a fare pressione sul Governo affinché finalmente ottenga quantomeno la presentazione del piano industriale del gruppo in Italia".