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Ericsson procede alla disdetta dell'integrativo e annuncia l'uscita dal contratto nazionale delle telecomunicazioni. Lo denunciano, in una nota, i sindacati di categoria Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil. "Nonostante l’invito del ministro Calenda ad aprire un tavolo negoziale in tempi rapidi - spiegano -, Ericsson ha proceduto alla disdetta dei contratti aziendali e, fatto ben più grave, ha annunciato l’uscita della nuova società dal Ccnl delle telecomunicazioni".
Per le organizzazioni si tratta di "una scelta inaccettabile nel merito", e insieme "una forzatura che vuole pregiudicare e condizionare il confronto proposto dal ministro. Fermo restando che le segreterie nazionali, unitamente alle Rsu, non si sottrarranno a qualsiasi confronto, ribadiscono con nettezza il proprio impegno nel contrastare la deriva intrapresa da Ericsson, che punta a un dumping economico teso a scardinare le regole della competizione, che dovrebbero essere difese anche dalle stesse organizzazioni datoriali".
La scelta di basare il rilancio di una società appena nata, sul binomio "riduzione occupazionale e abbattimento salariale", "non è certo degno di una grande azienda europea, ma soprattutto punta sulla svalorizzazione delle attività ed all'annullamento del patrimonio professionale", proseguono i sindacati: "Un’azienda che basa il suo piano industriale su queste strategie, non ha futuro".
Si prepara dunque la mobilitazione. Slc, Fistel e Uilcom la lanciano "per contrastare questo piano, con l’obiettivo di convincere Ericsson a cambiare la propria linea di politica industriale, e concentrarsi sulla modifica e implementazione dei processi e dei prodotti,che rappresentano l’unica garanzia di rilancio di un'azienda ripiegata su stessa, che - concludono - rischia di uscire significativamente dal mercato del nostro Paese".
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