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“Dopo circa dieci anni di austerità, attraversati dai tagli lineari e dal blocco dei contratti, è ora di riconoscere i giusti meriti alle lavoratrici e ai lavoratori dei servizi pubblici che in questi stessi anni, tra mille difficoltà, hanno garantito servizi pubblici di qualità”. In Europa, come in Italia, sempre: ‘Per tutti, tutti i giorni’. È il messaggio lanciato da Epsu, il sindacato europeo dei ‘pubblici’, in occasione della Giornata mondiale dei Servizi Pubblici, declinato quest’anno all’interno della campagna per l’aumento dei salari #OurPayRise.
Per motivare questa rivendicazione Epsu ricostruisce in sintesi questi quasi dieci anni di crisi economica che in tutta Europa, con le dovute differenze, è stata ‘gestita’ colpendo prevalentemente il mondo pubblico. “Dal 2008 otto - osserva Epsu - le misure di austerità hanno colpito oltre 20 milioni di lavoratrici e lavoratori del settore pubblico in tutta Europa. I tagli ai salari e il blocco delle retribuzioni sono stati realizzati in 19 paesi, mentre allo stesso tempo sono state salvate banche e società finanziarie”. Così come, continua il sindacato europeo dei servizi pubblici, “i tagli di posti di lavoro e il blocco a nuove assunzioni nel settore pubblico hanno posto enormi pressioni su chi restava e cercava di garantire dei servizi pubblici di qualità. Mentre in alcuni paesi le retribuzioni sono tornate lentamente ai livelli precedenti, in altri paesi i lavoratori
continuano ad avere una notevole perdita di potere d’acquisto”.
Per stare al caso italiano, ripercorrendo i dati del conto annuale della Ragioneria generale dello Stato, emerge come le retribuzioni medie nella Pa siano addirittura calate dal 2009 - anno all’origine del blocco contrattuale - al 2015. Si è passati, infatti, da 34.522 euro per il 2009 a 34.146 euro per il 2015. Un arretramento da leggere parallelamente all’aumento del costo della vita registrato in questi stessi anni. L’inflazione è di fatti cresciuta, nello stesso segmento di tempo, del 9,4%.
Ma la questione non riguarda solo i salari. Epsu accenda un faro anche su “la precarizzazione del lavoro entrata nel settore pubblico, precedentemente visto come un datore di lavoro modello”. E anche qui i recenti dati Istat hanno mostrato come nella Pa si contino quasi mezzo milioni di precari. Da qui la richiesta della Fp Cgil di associare allo sblocco del turn over, insufficiente per affrontare il fenomeno, un piano di assunzioni straordinario da portare avanti parallelamente alla trattativa per il rinnovo dei contratti che martedì 27 giugno segnerà finalmente il suo inizio.
Non solo, sempre Epsu fa notare che se per un verso si registra in tutta Europa un’esplosione della precarietà, aumenta anche l’età media che in Italia è a un soffio dalla soglia dei 50 anni. Un quadro non idilliaco che merita un cambiamento. “I lavoratori meritano di meglio - conclude Epsu -. Non c’è dubbio che i lavoratori in tutta Europa abbiano bisogno di un aumento dei loro salari. E tra loro ci sono milioni di lavoratrici e lavoratori del settore pubblico”. Lo stesso obiettivo che si pone la Cgil, da anni, nel sostenere la campagna per #ContrattoSubito, arrivata finalmente a un punto di svolta con il tavolo convocato dall’Aran per martedì 27 giugno.