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Questa mattina, di fronte ai cancelli dei depositi costieri dell’Eni di Vibo Marina, i lavoratori dell’Istituto di Vigilanza notturna e diurna di Catanzaro hanno dato vita ad un sit-in di protesta per “di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni in merito alle diverse problematiche che ci riguardano”. Da oltre dieci mesi, infatti, i lavoratori non ricevono alcuna retribuzione, ma a ciò si aggiungono anche altre criticità. A spiegarle è Pinuccia Cosmano, segretaria della Filcams Cgil di Vibo Valentia: “Oltre ai ritardi nei pagamenti dei salari, dobbiamo registrare anche la mancata fruizione dei riposi settimanali, delle ferie e il mancato pagamento di numerose ore di straordinario. La situazione, per questi lavoratori, è divenuta ormai insostenibile”.
Dal canto loro, i lavoratori, benché provati dalla drammatica situazione che stanno vivendo, si dichiarano pronti ad andare avanti nella battaglia per il riconoscimento dei loro diritti. “Basta far finta di non vedere e di non sentire, qui ci sono delle famiglie che soffrono. Facciamo appello alla Prefettura, affinché prenda in mano la situazione. Dopo più di dieci mesi senza stipendi, siamo allo stremo delle forze. Le nostre famiglie sono disperate. Ma non ci tiriamo indietro: abbiamo la volontà e la determinazione per porte portare avanti questa battaglia per il riconoscimento dei nostri diritti”.
Quella di oggi è solo la prima di una serie di manifestazioni che i lavoratori hanno deciso di programmare. La vertenza rientra infatti in una delicata vicenda che vede coinvolti anche altri territori calabresi, che da Crotone fino a Reggio, passando per Vibo Valentia, ha come protagonista appunto l’Istituto di Vigilanza notturna e diurna di Catanzaro. In merito è intervenuto anche Luigi Scarnati, segretario generale della Filcams Cgil Calabria, il quale ha fatto sapere che è già arrivata una convocazione per l’apertura di un tavolo alla Prefettura a Catanzaro. “Ma anche in questo caso – spiega il dirigente sindacale – contestiamo il metodo: vogliamo che al tavolo con noi, oltre all’azienda, siedano anche gli enti appaltanti, soprattutto quelli pubblici, che sono chiamati direttamente in causa per dare delle risposte serie alle violazioni che stiamo contestando. Quello che noi vogliamo, è ristabilire la legalità ed il rispetto delle norme e dei contratti. Quello di oggi è solo un primo passo. Insieme ai lavoratori, siamo pronti ad andare fino in fondo”.