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“Il Gruppo Engie, nonostante l’accordo sindacale nazionale sull’esercizio del diritto di sciopero nel settore elettrico, stipulato in data 18 febbraio 2013, non ha ottemperato, entro 30 giorni, a fare quanto previsto all’art. 3 dell’accordo in questione (prestazioni indispensabili: attuazione in ambito aziendale). Il mancato rispetto di questo adempimento (…) ha reso le modalità di sciopero incerte e forse non rispettose del dettato costituzionale”. Così, in una lettera inviata alla commissione di Garanzia per lo sciopero e al ministero dello Sviluppo economico, Filctem Cgil, Flaei Cisl, Femca Cisl, Uiltec Uil denunciano l’atteggiamento della multinazionale francese lesivo del diritto di sciopero in capo ad ogni singolo lavoratore.
In particolare, si legge nella lettera, “lo scorso 16 febbraio nel corso dello sciopero di otto ore contro la decisione unilaterale da parte aziendale di sostituire i ccnl elettrico e gas acqua con quello metalmeccanico, l’azienda ha eluso la possibilità del fermo dell’esercizio di alcuni impianti (dichiarati compatibili dal gestore della rete nazionale) con modalità non rispettose del citato accordo nazionale (centrale di Voghera), fino ad arrivare alla sostituzione del personale interno che ha aderito allo sciopero con del personale esterno (centrale di Nera Montoro e centrale di Marghera) di cui non si è a conoscenza con certezza la provenienza, né le competenze tecniche per assicurare adeguati livelli di sicurezza per il personale che vi lavora, per gli impianti stessi e per le popolazioni presenti vicino gli impianti di produzione”.
I sindacati di settore hanno dunque invitato la Commissione a un intervento “che obblighi l’azienda a ottemperare a tutti gli obblighi previsti dalla legge” e valuteranno “se giuridicamente le azioni aziendali incorrano in comportamenti antisindacali”.