L’Ires dell’Emilia Romagna realizza ogni anno un rapporto di ricerca relativo a ciascuna delle province della regione, denominato Osservatorio sull’economia e sul lavoro. Anziché illustrare separatamente le risultanze di ogni singolo rapporto provinciale, proveremo in questa sede a proporre i principali punti analizzati in chiave comparativa, cercando di mettere in evidenza soprattutto le differenze territoriali che compongono la realtà della regione.                    

Il primo aspetto che è stato analizzato nei singoli rapporti è quello demografico. Appare evidente la tendenza, a partire dal 2012 e su tutto il territorio regionale, a una sostanziale stabilità della curva demografica, dopo oltre un quindicennio di crescita. All’interno della tendenza media regionale, gli scostamenti più significativi sono quelli rappresentati in positivo dalla provincia di Rimini, la cui popolazione registra nel triennio una crescita dell’1,2%, peraltro quasi interamente dovuta al primo anno, cioè al 2013; e in negativo dalla provincia di Ferrara, che registra nello stesso periodo di tempo un calo pari all’1,6%, sul quale può avere avuto qualche influenza anche il terremoto del 2012.

È evidente che questo blocco della crescita della popolazione è da mettere anche in relazione con un rallentamento dei flussi migratori, particolarmente evidente in provincia di Reggio Emilia, dove si registra un calao nel solo ultimo anno di circa il 3%, mentre continua a crescere la presenza di stranieri nella provincia di Bologna e anche in quella di Ferrara: quest’ultima però partiva dalla quota più bassa di tutta la regione, appena sopra l'8% di stranieri sul totale dei residenti. La prima cartina che pubblichiamo fotografa la situazione della presenza degli stranieri in regione al 1° gennaio del 2015. Appare evidente come essi siano prevalentemente concentrati nei comuni capoluogo, nell’area a Nord e in quella costiera a Sud-Est.

Confrontando questa cartina con quella successiva, che rappresenta alla stessa data l’età media per comune, è possibile verificare come la minor presenza di stranieri coincida quasi sempre con un’età media più alta. In particolare la media d’età più elevata si registra nei comuni della catena appenninica con una maggiore altitudine e in quelli della parte centrale della provincia di Ferrara. Quest’ultima detiene anche il poco invidiabile record del più alto indice di invecchiamento regionale, con un indice pari a 240,9 (ossia quasi 241 ultra sessantacinquenni per ogni 100 giovani con meno di 15 anni). Guardando a quanto è accaduto negli ultimi 10 anni, è tuttavia la provincia di Rimini ad aver registrato il più forte innalzamento dell’età media, passata da 43,4 a 44,7 anni.

 

Fonte: Regione Emilia Romagna

Un altro dato demografico sul quale è interessante soffermarsi è quello relativo alla progressiva riduzione delle fasce più giovani di popolazione, in particolare di quelle che vanno dai 20 ai 35 anni di età. Si tratta di un fenomeno di carattere nazionale, come diversi osservatori hanno anche recentemente rilevato, e tuttavia è davvero di grande rilevanza nella sua evoluzione storica di medio-lungo periodo. Negli ultimi 15 anni la quota di popolazione residente con un’età compresa tra i 20 e i 39 anni è passata mediamente in regione dal 29,3 al 22,7%, a causa di una tendenza alla riduzione di 6-8 punti in percentuale a partire dal 2000 che è riscontrabile in tutti i territori della regione. Di converso, aumenta soprattutto la percentuale di popolazione che si colloca nella fascia d’età successiva, quella tra i 40 e i 59 anni. In questo quadro, è evidente come la provincia di Ferrara si discosti nettamente dall’andamento delle altre province, a causa del maggior peso percentuale di tutte le classi d’età più anziane.

Fonte: Elaborazione Ires Emilia Romagna su dati della Regione

Giuliano Guietti è presidente dell'Ires Emilia Romagna