Il decreto è pronto ma potrebbe saltare. Ci sta riflettendo in queste ore il governo, che ha approntato un dl che in sostanza porterebbe alla sospensione della sentenza della corte d'appello di Milano con la quale si autorizzava a interrompere la nutrizione ad Eluana Englaro. A mettere in dubbio il via libera dell’esecutivo al decreto sono i dubbi del Quirinale (ma anche quelli del presidente della Camera Gianfranco Fini), come pure le valutazioni discordanti sul provvedimento all’interno della maggioranza. Tanto che, stando a quanto riferiscono le agenzie di stampa, alcuni ambienti del Pdl ritengono che si vada verso il no al decreto.

L'ipotesi del governo di intervenire in extremis sul caso di Eluana, come detto, si scontrerebbe con i dubbi del Quirinale. Al presidente della Repubblica non è ancora stato sottoposto alcun testo, ma sono note le posizioni di Giorgio Napolitano che si è espresso più volte sulla questione, dal caso Welby fino a pochi giorni fa. A suo giudizio occorre che il Parlamento riempia un vuoto legislativo discutendo una legge sul testamento biologico in modo “sereno e pacato”.

LA BOZZA DEL DECRETO. “L'alimentazione e l'idratazione - si legge nel testo diffuso dall’Ansa - in quanto forme di sostegno vitale e fisiologicamente finalizzate ad alleviare le sofferenze, non possono in alcun caso essere rifiutate dai soggetti interessati o sospese da chi assiste soggetti non in grado di provvedere a se stessi'. Il provvedimento è composto da un solo articolo intitolato “Disposizioni urgenti in materia di alimentazione ed idratazione”.

FP CGIL MEDICI, DL VA CONTRO CODICE DEONTOLOGICO. “Il provvedimento che in queste ore il governo sta tentando di far approvare per fermare l'interruzione dell'alimentazione nel drammatico caso di Eluana Englaro, da quanto emerge dalle agenzie di stampa, si scontra con il codice deontologico dei medici”. A dirlo è Massimo Cozza, segretario generale della Fp Cgil Medici. “Anche nel caso si sostenga - sottolinea Cozza - contro le evidenze scientifiche, che l'alimentazione e l'idratazione non siano atti terapeutici ma solo ‘sostegno vitale’, c’è comunque un chiaro contrasto con l'articolo 53 del codice deontologico dal titolo eloquente: ‘Rifiuto consapevole di nutrirsi’. Quando c'e' un rifiuto consapevole, accertato nel caso di Eluana dalla magistratura, il medico non deve assumere iniziative costrittive né collaborare a manovre coattive di nutrizione artificiale nei confronti della medesima, pur continuando ad assisterla”. “Ci auguriamo - conclude Cozza - che in queste ore il Presidente della Repubblica tenga conto di tutte le ragioni civili, costituzionali e deontologiche, prima di acconsentire a un decreto legge che sembra dettato dall'ideologia e dalla morale e non certo dal rispetto dell'autodeterminazione dei cittadini e della professionalità dei medici”.