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Le elezioni delle Rsu, il decreto del Governo sulla scuola, il Jobs act, la sentenza della Corte di Giustizia europea sui precari, il rinnovo dei contratti, fermi da sei anni. Questi, i temi della conversazione radiofonica di Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil, andata in onda stamattina su Italia Parla, la rubrica di RadioArticolo1 (ascolta il podcast integrale).
Al primo posto, le elezioni delle Rsu. "Ci aspettiamo una grande prova di partecipazione da parte dei lavoratori della scuola. Come ha detto Susanna Camusso, si tratta di un'occasione straordinaria per riconquistare spazi di democrazia nei posti di lavoro e nel Paese, per dare più forza al lavoro e ai diritti, per riconfermare il nesso stringente fra qualità dei servizi pubblici e bisogni dei cittadini. Ed è importante votare Flc, intanto perchè siamo un sindacato serio e credibile, che in questi anni è stato in prima fila nella battaglia per dare dignità e forza ai settori della conoscenza. In queste elezioni c'è un'estrema frammentazione di liste, con organizzazioni che si presentano avendo come unico obiettivo quello di fare cause. Invece, crediamo che oggi ci sia bisogno di un sindacato confederale forte, che riesca sempre a tenere insieme gli interessi di coloro che rappresenta con gli interessi generali del Paese".
"C'è bisogno di mettere in campo un ampio conflitto su temi come società, libertà, autonomia del lavoro, condizione delle persone, lotta alla povertà, il Sud dimenticato. Rispetto a questi temi, il sindacato non basta più e serve mettere in campo grandi alleanze sociali. Da tale punto di vista, noi aderiamo alla manifestazione degli studenti del 12 marzo, perchè il sindacato deve mettere in campo conflitti, ma anche proposte nuove per cambiare il sistema d'istruzione, attraverso il consenso, la partecipazione e un'idea di democrazia avanzata", ha osservato Pantaleo.
"Quello delle Rsu è un appuntamento che può rappresentare una risposta alle decisioni del governo. Se le indiscrezioni sul decreto sulla scuola sono vere, in merito all'esclusione di migliaia di precari dai processi di stabilizzazione, ci attende un duro conflitto con l'esecutivo. Sulle immissioni in ruolo, abbiamo chiesto un confronto ampio nelle scuole e in Parlamento con i sindacati, perché la riforma dell'istruzione non può avvenire per decreto, ma si deve costruire dal basso. Perciò, chiediamo un voto alla Flc, per dare più forza e concretezza alle nostre rivendicazioni, che sono quelle della stabilizzazione dei precari, del rinnovo dei contratti e della difesa della scuola pubblica, rispetto a un'aggressione del Governo senza precedenti", ha detto ancora il dirigente sindacale.
"Il voto delle Rsu ha un valore simbolico, perchè comprende anche il Jobs act e le pensioni, i diritti nel lavoro e la contrattazione, duramente sotto attacco in questo periodo. Il Jobs act è esattamente questo: spogliare le persone di qualsiasi dignità, dando potere unilaterale alle imprese o anche a un dirigente della pubblica amministrazione, in base all'idea autoritaria emergente, secondo cui il lavoro si crea, se alla fine riduci i diritti e dai più potere al mercato. Questo non va assolutamente bene nei settori della conoscenza: dall'università alla ricerca, alla scuola, ai conservatori e alle accademie, perchè non sono luoghi tecnocratici e autoritari, dove c'è chi comanda e chi obbedisce, ma si tratta di comunità in cui le persone hanno competenze, vogliono contare e partecipare", ha proseguito Pantaleo.
"Altro dato fondamentale di queste elezioni, è che per la prima volta voteranno anche i precari. Il loro voto sarà determinante nell'ambito del peso specifico che avranno le singole organizzazioni, ma per loro sarà ancora più determinante la possibilità di avere una propria rappresentanza all'interno delle Rsu. Questo non basta, ma noi vogliamo partire da qui per continuare la battaglia al fine di dare ai precari la possibilità di essere stabilizzati nei comparti della conoscenza, mettendo a frutto i loro meriti e competenze. Intendiamo farlo anche attaverso la via contrattuale, perché la parificazione di diritti e salario tra precari e non precari è uno dei punti qualificanti e di solidarietà delle nostre piattaforme. Quindi, si tratta di un voto importante, che deve dare più forza ai precari per continuare insieme alla Flc una battaglia per la dignità, i diritti, assicurando una prospettiva di vita e di lavoro più sicura", ha noltre sottolineato il leader sindacale.
"A proposito di precari, nel novembre 2014 la Corte di giustizia dell'Unione europea ha condannato l'Italia. Oggi, anzichè adeguarsi alla normativa Ue, il nostro Governo sta tentando in tutti i modi di aggirare quella sentenza, mettendo i precari gli uni contro gli altri, tra chi è iscritto nelle graduatorie e gli altri, le terze fasce, che vengono esclusi da qualsiasi ragionamento. E anche chi ha vinto il concorso deve ancora essere assunto; insomma, c'è il tentativo di dividere, mentre noi vogliamo che il pronunciamento della Corte europea sia rispettato, e ci battiamo per l'affermazione di un diritto collettivo alla stabilità. Se ciò non avverrà, l'unica via resta quella giudiziaria, ma non può essere la priorità", ha osservato Pantaleo.
"Un primo passo è stato fatto all'università di Bologna, dove precari e lavoratori a tempo indeterminato d'ora in poi godranno degli stessi diritti: è un percorso realizzato grazie alla contrattazione, e quindi, di riflesso, grazie al ruolo delle Rsu. Quell'accordo è importante, così come lo sono altri, raggiunti in tutta Italia. La nostra battaglia punta a cancellare la precarietà, dando alle persone più diritti, più salario e più stabilità con la contrattazione, modificando 'leggi capestro': penso a tutte quelle, come la 'Brunetta', messe in campo dal governo Berlusconi. Tutte norme che non sono state mai state cancellate nei comparti della conoscenza, dove c'è bisogno di un piano straordinario di reclutamento che riguardi ricercatori, tecnici amministrativi, che, al contrario, con l'ultima legge di Stabilità hanno subìto un blocco. Insomma, occorre invertire la tendenza sul versante legislativo, migliorando il sistema contrattuale, che deve garantire parità di diritti e salario per cancellare la precarietà, soprattutto nella pubblica amministrazione, che con il ricorso continuo a tutti i contratti possibili, è diventata il più grande serbatoio di precarietà e disperazione esistente, con meno diritti e meno salario e adesso con il pericolo incombente del licenziamento", ha aggiunto Pantaleo.
"In tutto il pubblico impiego, i contratti sono fermi da sei anni, compresi quelli del personale della scuola, che opera in condizioni sempre più difficili, avendo a che fare con edifici che cadono a pezzi, con classi sovraffollate, con famiglie di studenti oberate di tasse scolastiche, cui si chiede anche di provvedere alla carta igienica dei bagni e a tutte le spese minime per garantire alle scuole la sopravvivenza, con università, soprattutto nel Sud, che fanno fatica persino a garantire un'offerta formativa, con istituti di ricerca che non possono essere all'altezza della competizione mondiale per mancanza di mezzi. Di fronte a uno scenario simile, il governo pensa a concedere sgravi alle famiglie che frequentano le scuole paritarie. Parliamo di gente ricca, secondo una logica classista, che mira sostanzialmente a favorire i ceti più potenti, gli interessi e le lobby private, a fronte dei diritti di cittadinanza, di beni comuni come istruzione, ricerca, università. Per questo, noi lanciamo la sfida dei contratti, che sono un punto decisivo, perché c'è da dare una risposta salariale ai lavoratori, che hanno subìto una perdita consistente del loro potere di acquisto. Così come c'è da dare risposta alla valorizzazione professionale, che non può essere ridotta a una competizione individuale, e c'è bisogno di interventi per garantire una migliore didattica, una formazione che oggi non viene finanziata. Più in generale, è necessario migliorare la condizione del lavoro in tutti i comparti della conoscenza e nel contempo migliorare la qualità dei sistemi della conoscenza", ha concluso.