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Mettere la difesa del lavoro al centro dell'agenda delle forze politiche impegnate nella prossima campagna elettorale. E' la richiesta avanzata dal leader della Fiom, Maurizio Landini, intervenuto oggi al direttivo regionale del sindacato piemontese che ha eletto Vittorio De Martino nuovo segretario al posto del dimissionario Giorgio Airaudo, candidato alle prossime elezioni politiche.
"I sondaggi di questi giorni mostrano che c'è un problema di fondo: più del 40% degli intervistati dice che non andrà a votare - ha sottolineato Landini - e questo dimostra la sfiducia verso la rappresentanza politica. Servono quindi proposte in grado di recuperare consenso, in particolare per quando riguarda il mondo del lavoro". E, a questo proposito, Landini ha ribadito la necessità di una legge sulla rappresentanza "che dia ai lavoratori il diritto di votare gli accordi e di scegliersi i propri rappresentanti". "E' singolare, infatti - ha proseguito - che l'unico posto in cui non è possibile votare siano le fabbriche".
In questa ottica la scelta di candidarsi di Airaudo (che oggi si è detto però soltanto “in prestito temporaneo alla politica”) è da rispettare, secondo Landini: “In una fase come questa i problemi delle persone che lavorano devono tornare ad avere una rappresentanza politica. La distanza tra le persone e la politica che si è determinata in questi ultimi tempi dipende anche dall'inadeguata rappresentanza del lavoro e dei suoi bisogni”.
Anche la Uil prepara una sorta di “agenda” da sottoporre agli schieramenti politici che si apprestano a vivere la competizione elettorale. Nel documento, si legge in una nota del sindacato, “saranno elencate alcune proposte di politica economica e sociale considerate fondamentali per lo sviluppo del Paese”, “scelte orientate a promuovere la crescita, valorizzare il lavoro, realizzare l'ammodernamento del sistema istituzionale”, si legge ancora. La Uil “misurerà il futuro Governo dalla capacità di rispondere positivamente alle proposte in questione”.
Accanto alle organizzazioni sindacali, anche gli enti locali vogliono confrontarsi con chi si candida alla guida del Paese per sottoporre le loro priorità e in special modo affrontare “le tante riforme incompiute”: lo ha annunciato il presidente dell'Anci e sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio intervenendo oggi, nella sua città, nel corso della commemorazione della Giornata nazionale della bandiera italiana.
“Tra le riforme incompiute c'è la vera promozione di un municipalismo, di un federalismo municipalista, su cui abbiamo insistito e lavorato in questi mesi come sindaci”, ha spiegato Delrio. Per questa ragione, ha aggiunto, “convocheremo i candidati premier presto a Roma per chiedere quanto valgono, nella loro Agenda, i principi dell'autonomia e della responsabilità comunale, come si può pensare di sbloccare il Patto di Stabilità per ridare fiato alle imprese e come si può costruire una tassazione locale che sia pienamente nelle mani dei Comuni”.
Ma anche i sindaci italiani sono convinti che “nel 2013 l'ossessione della politica debba essere il lavoro e la ripresa', come ha ribadito lo stesso Delrio. “Le nostre proposte sono legate a questi obiettivi – ha detto - non lo facciamo per rivendicazioni sindacali, ma per ridare forza alle nostre comunità”.
Per Confcommercio invece la priorità numero è la riforma fiscale. L'associazione formulerà questa richiesta al governo che salirà a Palazzo Chigi dopo le elezioni. Lo dice all'Agi il vice presidente Renato Borghi. “Devono essere abbassate le imposte per le famiglie e le imprese, altrimenti - spiega - il rilancio dell'economia non ci sarà. Prima di tutto, sostiene Borghi, “si deve derubricare l'aumento dell'Iva dal 21 al 22% previsto per giugno”.
Intanto, sul fronte ambientalista sono da registrare le preoccupazioni di Legambiente per le candidature nel Pd: “Ci preoccupano molto le notizie circolate in questi giorni sulle candidature del Pd per le prossime elezioni politiche, afferma il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, secondo cui “è paradossale e contraddittorio scegliere di candidare personaggi quantomeno equivoci come Ludovico Vico, pesantemente compromesso con la gestione sotto inchiesta dell'Ilva di Taranto, e Vladimiro Crisafulli, più volte denunciato per sospette collusioni con la mafia, mentre ad oggi rischiano di rimanere fuori dal prossimo Parlamento ambientalisti come Roberto Della Seta, che proprio all'Ilva tentò di imporre regole più severe contro l'inquinamento, e Francesco Ferrante, seriamente impegnati sul fronte della Green Economy e della soluzione dei problemi del lavoro e dell'ambiente nel rispetto assoluto e incondizionato della legalità”.