Non si ferma la mobilitazione per garantire il diritto di voto agli studenti universitari che si trovano in Europa per l'Erasmus. Dopo l'Udu, anche la European Student Union, l'Unione Europea degli Universitari, ha rivendicato questo diritto. “E' assolutamente fondamentale - dice la portavoce, Karina Ufert - che i cittadini, specialmente i giovani, esercitino questo diritto, garantito in ogni costituzione. Anche quando si trovano all'estero per un periodo di studi, dobbiamo essere sicuri che i cittadini mantengano il loro diritto di partecipare alle elezioni politiche e ci dovrebbero quindi essere specifiche condizioni stabilite per permettere che questo avvenga nel Paese in cui si studia”.

“L'Europa - commenta Michele Orezzi, Coordinatore dell'Unione degli Universitari - è un progetto di democrazia e partecipazione. In questi anni abbiamo visto un'altra faccia dell'Europa, ma per noi è significativo che invece venga proprio dall'Esu un richiamo urgente per garantire a tutti gli studenti il diritto di voto. E' una dimostrazione di come noi giovani crediamo in un'Europa veramente democratica e non accetteremo che burocrazia e indifferenza cancellino questo sogno”.

“Ogni Stato - aggiunge Ufert - dovrebbe garantire un apposito sistema per il voto all'estero, come in alcuni casi avviene per i cittadini residenti all'estero, o almeno dovrebbe essere effettivamente garantito a tutti gli studenti di poter rientrare nel proprio Paese senza nessun costo aggiuntivo”.

Intanto, dal governo italiano arrivano segnali di apertura. "In vista del Consiglio dei Ministri di domani, la Farnesina si tiene in stretto coordinamento con il Viminale per valutare ogni possibile intervento per rispondere alla richiesta di studenti che si trovano temporaneamente all'estero per l'Erasmus di esercitare il diritto di voto per corrispondenza". Lo dichiara il ministro degli Esteri Terzi.