Il 25 maggio si terranno le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo e per la prima volta i cittadini europei sono chiamati a designare indirettamente anche il candidato ad assumere l'incarico di presidente della Commissione europea. In vista dell'appuntamento elettorale raccogliamo alcune posizioni emerse nel mondo sindacale. A cominciare dall’appello lanciato dalla Ces, la confederazione sindacale europea, per andare al voto e premiare schieramenti e candidati che promuovano un’Europa sociale. La parola d’ordine di questa importante tornata elettorale europea è “uscire dall’austerità”. L'austerità è una politica “suicida” per gli Stati membri dell'Ue. Solo la solidarietà fra gli Stati può “rimettere in moto la macchina economica”: questo il messaggio lanciato dalla Ces anche a Berlino, nel corso del congresso del sindacato internazionale.



Per battere il catastrofismo e rilanciare la crescita economica, l'Europa deve cambiare strada e tornare a difendere il proprio modello di coesione sociale. Per questo la Ces ha elaborato un manifesto che, con l'hashtag #newpath4europe, chiede al prossimo Parlamento europeo di abbandonare l'austerità fine a se stessa, di attivare investimenti per la crescita, di diminuire le diseguaglianze e di promuovere una nuova politica industriale fondata su ricerca, innovazione e istruzione.

Camusso: trasformare l’Europa col lavoro
Lo scorso 5 maggio, nel corso di una tavola rotonda sull’Europa tenutasi a Rimini, il segretario generale della Cgil Susanna Camusso ha sottolineato come non ci sia “altra strada che il lavoro per trasformare l'Europa, per cambiarla, per il welfare e la civiltà delle relazioni” “Oggi in Europa esistono opinioni diverse, e il pensiero europeo vive una crisi politica profonda - ha continuato Camusso -. Questo perché l'economia si muove indipendentemente dalla politica, conseguenza del fatto che se la politica non sa governare l'economia, alla fine le organizzazioni di rappresentanza diventano il capro espiatorio dell'incapacità di muovere le leve economiche”. “Il problema – ha detto - non è solo come contenere i vari populismi, ma cosa proponiamo per cambiare quell'orientamento. Che progetto di Europa c'è oggi?”. Secondo il leader Cgil, “non sarà sufficiente la sensazione che la Banca centrale sia l'unica autorità che muove l'economia del vecchio continente. Dev’essere chiaro quale soggetto governerà: se saranno gli esecutivi nazionali, quelli più forti continueranno a condizionare tutto. Se sarà invece un'Europa delle istituzioni elettive europee, allora si può giocare una partita diversa”. “C'è bisogno di una politica salariale europea, uno strumento per determinare le condizioni politiche e un nuovo modello di sviluppo. La discussione non può essere fatta solo nell'eurozona, deve riguardare l'intera Unione europea”, ha aggiunto Camusso.

Cantone (Spi Cgil): la posta in gioco
Nelle elezioni europee del prossimo 25 maggio "c'è in gioco molto. Se fino a poco tempo fa abbiamo fatto fatica a capire a che cosa serve l'Europa e che cosa si decide a Bruxelles, oggi è diverso. Lo abbiamo provato sulla nostra pelle. Parlo di quell'austerity che ha costretto i pensionati italiani insieme ai giovani e ai lavoratori a fare tanti sacrifici in questi anni". Così, pochi giorni fa, il segretario generale dello Spi Cgil, Carla Cantone, ha fatto il punto in un'intervista all'agenzia Dire. Con queste elezioni, spiega Cantone, "i cittadini europei hanno ora la possibilità di dire loro come intendono uscire dalla crisi, senza più subire misure che hanno colpito sempre e solo le fasce più deboli lasciando inalterati i grandi privilegi e le grandi rendite. Il voto del 25 maggio serve proprio a questo, ad indirizzare l'Europa verso una strada nuova basata sulla redistribuzione della ricchezza, sulla giustizia sociale e sull'equità". "Abbiamo davvero bisogno di un'altra Europa - a suo avviso -, quella sociale, che sia profondamente diversa da quella che abbiamo avuto finora, ovvero quella finanziaria. Un'Europa che abbia al centro della sua azione la Carta dei diritti dei cittadini e, per quel che riguarda le persone che lo Spi rappresenta, anche di una Carta dei diritti degli anziani".

Schiavella (Fillea), populismo incubo per democrazia
“Lavoro, diritti, giustizia sociale, legalità, crescita sostenibile, è questo che serve all’Europa. I facili populismi, ce lo insegna la storia, non hanno mai generato progresso ma solo incubi per le democrazie e per le condizioni di vita delle persone e dei lavoratori”. E' quanto ha dichiarato oggi Walter Schiavella, segretario generale della Fillea Cgil, a margine del convegno “Dare valore al lavoro e alla crescita” in occasione della 32ma Fiera Internazionale Carrara Marmotec 2014. Per Schiavella, recentemente nominato presidente della commissione europea della BWI, la federazione mondiale dei sindacati delle costruzioni “queste elezioni sono fondamentali per l’Europa e non solo. Come nel film Sliding doors, abbiamo davanti due possibili destini. Quello percorso in questi anni di crisi, passati a rincorrere le teorie liberiste secondo le quali la riduzione del costo del lavoro avrebbe reso l’UE più competitiva, e sappiamo tutti dove ci ha portato, ad una Europa di lavoro precario, di salari più bassi e minori diritti, dove si allargano le diseguaglianze e si ridimensiona il modello sociale” spiega, “il destino opposto è invece quello di una Europa che sceglie di competere sulla qualità, sull’ innovazione e sul progresso sociale. Che quest’ultima sia la strada giusta ce lo confermano proprio le performance dei paesi europei che l’hanno saputa percorrere”.

L’appello dell’Inca
"L'esplosione dei contratti a tempo determinato, part-time, interinali, parasubordinati, falsi lavori autonomi, a chiamata ha radicalmente cambiato in pochi decenni le prospettive d'ingresso e di permanenza nel mercato del lavoro sia per le vecchie che per le nuove generazioni, colpite da condizioni di precarietà che l'Europa non può più ignorare". Lo afferma in una nota il patronato Inca Cgil. Per questa ragione, l'Inca "quotidianamente impegnata nell'attività di tutela e di difesa dei diritti, lancia un appello ai candidati di tutti gli schieramenti politici che è stato presentato, in una conferenza stampa, a Roma, da Morena Piccinini, presidente del patronato della Cgil.

Dettori (Fp Cgil): una grande opportunità
"Potrà sembrare banale, ma credo veramente che in gioco ci sia la possibilità di far sopravvivere l'idea stessa di comunità". Così Rossana Dettori, segretario generale della Funzione pubblica della Cgil, parla all'agenzia Dire dell'appuntamento elettorale del 25 maggio. "Il vecchio continente ha bisogno di un nuovo corso per uscire dalla crisi e riguadagnare una prospettiva europea. Per farlo è necessario un cambio radicale di rotta: un piano di investimenti straordinari che guardi all'occupazione di qualità e alla crescita sostenibile credo debba essere il punto di partenza. L'altro, a mio giudizio, è un piano di investimenti, oserei dire anche culturali e ideali, che rendano l'Europa il motore di un vero cambiamento mondiale, a cominciare da quell'idea di equità, di giustizia sociale e di welfare universalistico che la crisi ha messo pesantemente in discussione". “Se rileggiamo la recente storia dell'Unione – prosegue Dettori parlando con la Dire -, queste elezioni offrono una grande opportunità: quella di un Parlamento europeo nel quale, per la prima volta, i partiti della sinistra (non solo quelli che si riconoscono nel PSE) hanno la possibilità di ottenere la maggioranza. Il tema del lavoro, come quelli a noi cari dei beni comuni e del ruolo del pubblico nel governo dell'economia e dei sistemi di welfare, trovano asilo sia nel programma di Schulz che in quello di Tsipras, pur con tutte le evidenti differenze di sensibilità. Ecco, vorrei dirla così: sarà molto meno complicato recuperare un sentire comune su lavoro e diritti di cittadinanza se prevarranno le proposte politiche che già in partenza manifestano questa sensibilità”.

Un appello dal Trentino
“Il voto di domenica - dichiarano i segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino, Paolo Burli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti - è importante sotto tanti punti di vista. Il primo e il più significativo è il fatto che con il proprio voto ogni cittadino partecipa alla costruzione della casa comune europea, il sogno dei nostri nonni e il progetto dei nostri padri. Oggi - proseguono Burli, Pomini e Alotti - il disegno di integrazione europea è sotto attacco perché le politiche di sola austerity attuate dall'Unione hanno peggiorato la situazione economica e sociale di molte nazioni e, in diversi paesi, stanno esplodendo gli egoismi nazionalisti che minacciano di scuotere alle fondamenta il modello su cui l'Europa ha costruito quasi settant'anni di pace e benessere per il vecchio continente. (…) È solo su queste basi - concludono Burli, Pomini e Alotti - che l'Europa può davvero diventare la casa dei nostri figli e, nel prossimo futuro, la patria dei nostri nipoti. Alle lavoratrici e ai lavoratori, alle pensionate e ai pensionati in Trentino chiediamo quindi di dare un voto per un'Europa più unita, più democratica, più forte, più solidale e realmente più sociale”.