“Possiamo concretizzare il risultato delle Europee con una sinergia tra la nostra rappresentanza nel Parlamento appena eletto e il governo della Regione che, di concerto, potrebbero incidere su scelte di ampio respiro da cui, sempre di più, dipendono anche le possibilità di sviluppo locale”: è l’auspicio del segretario generale Michele Carrus che, nell’editoriale del giornale Cgil L’altra Sardegna, chiede “investimenti e scelte di sviluppo locale da definire secondo la filosofia partenariale della programmazione dal basso: basti l’esempio delle reti di trasporto trans-europee (Ten-T) per comprendere la differenza che può fare starci dentro o fuori, soprattutto per una regione debole e periferica come la nostra”. Per queste ragioni diventa fondamentale fare buon uso dei fondi strutturali, “oggi più che mai, per ovviare ai limiti di finanza pubblica e superare l’oppressione di un patto di stabilità interna”. Per riuscirci, serve semplificare le procedure di spesa e rendicontazione, monitorare i risultati e, soprattutto, una capacità di programmazione del governo regionale che negli anni passati non è stata soddisfacente: “accanto alla definizione del nuovo Piano 2014-20, occorre recuperare e investire entro il 2015, le risorse del vecchio quadro comunitario che rischiamo di perdere”.

Alla Giunta Pigliaru la Cgil chiede riprogrammare quelle risorse, dando precedenza alle opere immediatamente cantierabili: allo stato attuale è l’unico modo possibile per dare una prima risposta alla disperazione dei migliaia di disoccupati e lavoratori in cassa integrazione, e per contribuire alla ripresa. “Nelle opere – ha scritto Carrus - chiediamo che vengano impiegati i lavoratori che vivono il doppio disagio di essere stati espulsi dalla produzione e poi di subire le lunghissime attese di un magro sussidio”. La realizzazione di questi primi obiettivi passa per la revisione del Patto di stabilità. In particolare, il sindacato chiede che non vengano considerate nei tetti di spesa le quote di cofinanziamento regionale dei fondi europei: “sarebbe un modo rapido ed efficace per realizzare l’impegno, dichiarato poche ore dopo la vittoria elettorale dal Presidente del Consiglio Renzi, di voler dare particolare attenzione alle aree deboli, tra le quali ha citato il Sulcis-Iglesiente”.

Il segretario Cgil esprime apprezzamento sulle prime azioni del governo regionale: l’attenzione all’edilizia scolastica, la cancellazione delle modifiche al Piano paesaggistico (confermando un’idea di sviluppo qualitativo del comparto delle costruzioni), l’accordo sul San Raffaele, la trattazione ai tavoli di confronto di importanti vertenze aziendali (l’ultimo, quello su Meridiana che, seppur di esito incerto, denota un particolare impegno), l’annunciata volontà di accelerare la metanizzazione, vero snodo per lo sviluppo industriale e del comparto primario, indipendentemente dal progetto Galsi, che sconta un ritardo insostenibile. Carrus avverte però che “si tratta di scelte che richiedono di essere sostenute e inquadrate dentro una pianificazione strategica (in materia di riforme e di politica industriale, energetica, ambientale, sanitaria, socio-assistenziale, dei trasporti e delle infrastrutture) che può realizzarsi con successo solo attraverso la pratica del confronto e della ricerca della condivisione. Da qui la conclusione: “Attendiamo la traduzione concreta dell’impostazione dialogante a cui il presidente Pigliaru ha detto più volte di volersi ispirare”.