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Si è tenuta oggi (martedì 11 febbraio) nella sede di Potenza dell’Ente per lo sviluppo dell’irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia (Epli) una partecipata assemblea dei lavoratori appartenenti alle categorie del pubblico impiego e del settore agricolo. Sono circa 150 gli addetti coinvolti: 80 a tempo indeterminato, 46 a tempo determinato con il contratto Epne, 31 a tempo indeterminato con contratto idraulico-forestale.
Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa, Flai Cgil, Uila Uil e Fai Cisl hanno proclamato lo stato di agitazione e dichiarato che metteranno in atto “tutte le azioni consentite per rivendicare i diritti dei lavoratori dell’Ente che svolgono un’attività fondamentale per il territorio, ma che rischiano il mancato pagamento dei salari a causa di un indebitamento che si aggira intorno ai 67 milioni di euro”.
L’incontro tenuto il 28 gennaio scorso con la neo commissaria Guglielmetti non ha rassicurato i rappresentanti dei lavoratori “perché pare si occuperà solo della liquidazione dell’Ente e non della trasformazione, prevista dall'art.24 del ‘decreto crescita’ di giugno 2019, nella società pubblica costituita dallo Stato e dalle Regioni di Puglia, Basilicata e Campania, una società partecipata dal ministero dell’Economia e vigilata dal Dipartimento delegato all'Autorità politica per le politiche di coesione e per il Mezzogiorno, il ministero per le Politiche agricole e il ministero delle Infrastrutture”.
Le organizzazioni sindacali sono fortemente preoccupate anche “per la scadenza imminente di alcuni contratti a tempo determinato di lavoratori e professionisti che assicurano la vigilanza sulle otto dighe gestite dall'Ente che garantiscono l’erogazione idrica alle popolazioni di Puglia, Basilicata, Irpina e Calabria settentrionale, nonché a importanti stabilimenti industriali come l’Ilva e la Fca”.